Avevo visto non moltissimo tempo fa l'originale spagnolo di questo film, Contratiempo di Paulo Oriol, e lo avevo apprezzato molto per l'impianto classico da giallo psicologico e per la sceneggiatura intrigante e ben costruita.
Così, quando ho visto il trailer del film italiano di Stefano Mordini, mi sono incuriosita e ci ho voluto portare mio nipote, in visita da me a Roma, perché ero abbastanza sicura che gli sarebbe piaciuto.
Il remake italiano si è dimostrato fedelissimo all'originale (persino i nomi dei protagonisti - per quanto possibile in un adattamento italiano - sono stati mantenuti quasi identici) e il coinvolgimento del pubblico è stato assicurato - oltre che da una trama ben congegnata - dalla scelta di un ottimo cast di attori, su tutti Fabrizio Bentivoglio e Maria Paiato (da me più volte ammirata a teatro e che ho potuto apprezzare questa volta anche nella sua veste di attrice cinematografica in un ruolo che le rende certamente merito).
Il testimone invisibile - come l'originale Contratiempo - è un film tutto basato sulle parole e sul racconto: nel confronto serrato tra il protagonista Adriano Doria (Riccardo Scamarcio) e l'avvocato Virginia Ferrara (Maria Paiato) la storia viene riscritta e ri-raccontata più e più volte, approssimandosi progressivamente alla verità e capovolgendo l'interpretazione iniziale sullo svolgimento dei fatti.
All'uscita dalla sala, mio nipote e le altre amiche che sono venute con noi al cinema mi hanno confermato che - come era accaduto a me alla visione di Contratiempo - erano stati totalmente catturati dalla narrazione, tanto che a distanza di due giorni mio nipote ancora ne riparlava facendo riferimento a dei dettagli che a poco a poco gli si erano ripresentati alla mente e chiariti.
Un film d'altri tempi per una gradevole serata al cinema.
Voto: 3,5/5
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