E ricomincia anche la stagione dei concerti nella piccola saletta del Black Market, organizzati dai ragazzi di Unplugged in Monti. Quando annunciano i Sun June, come spesso mi accade con le loro proposte, il nome del gruppo non mi dice assolutamente niente e, come sempre faccio in questi casi, ascolto un paio di canzoni su YouTube per capire se possa essere il mio genere.
In questo caso ho capito subito che il sound dei Sun June è nelle mie corde e dunque, insieme a F., ci siamo immediatamente prenotate per il concerto, oltre a comprare e condividere l'ascolto dell'album Years, che è l'album di esordio del gruppo.
Al Black Market i Sun June non sono in formazione completa (sarebbero in cinque), ma i pezzi forti ci sono, ossia la cantante Laura Colwell e il chitarrista Stephen Salisbury. Oltre a loro c'è anche un altro bravo chitarrista, il cui apporto alla serata è molto significativo.
Si capisce che i Sun June, rappresentati nella loro interazione con il pubblico da Laura Colwell, sono ancora agli esordi, in quanto mostrano quella timidezza e quasi imbarazzo, misto forse a paura e nervosismo per essere su un palco, di chi non ha alle spalle anni di concerti.
Per tutta la durata del concerto Laura Colwell - con il suo volto acqua e sapone e gli occhi grandi - sembra quasi scusarsi con il pubblico per qualunque cosa, ma in realtà la sua voce appare cristallina e perfetta in tutte le canzoni del loro piccolo repertorio. Indubbiamente gli arrangiamenti, fatti con qualche base di ritmo registrato e le due chitarre più una piccola tastiera, non possono competere con gli arrangiamenti del gruppo al completo e rendono le canzoni un pochino diverse da quelle ascoltate sull'album. Resta però il fascino di un sound discreto, lo-fi, e delle atmosfere casalinghe e sognanti che questi ragazzi di Austin ci trasmettono.
A un certo punto Laura dice qualcosa a proposito di Terrence Malick e del fatto che lui in America non è molto famoso, e sinceramente non capisco perché. Poi leggo su Internet che al lancio della band è stato detto che i due componenti principali lavoravano insieme nella sala montaggio del regista, e che lì sono cominciate le loro sperimentazioni musicali.
La serata scivola via leggera e affettuosa, e il pubblico risponde con silenzio e attenzione alle melodie dei Sun June. Al termine del concerto l'applauso sembrerebbe richiedere l'esecuzione di qualche altro brano, e Laura Colwell parrebbe anche propensa ad accontentarci, ma dopo un breve conciliabolo con il chitarrista capiamo che purtroppo dovremo fare a meno del bis.
Del resto questi ragazzi al loro primo album - e adesso impegnati a scrivere altre canzoni per future incisioni - ci hanno offerto un saggio ampio della loro musica e non si sono minimamente risparmiati.
Potrebbe essere un gruppo di cui sentiremo parlare.
Voto: 3,5/5
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