Ed eccomi al mio secondo appuntamento (dopo Ferdinando) con il mondo teatrale di Annibale Ruccello. In questo caso si tratta di Notturno di donna con ospiti, un testo del 1983, messo in scena al Teatro India da Mario Scandale, per il quale questo lavoro ha rappresentato il saggio di diploma dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico".
Il testo di Ruccello racconta la notte in cui Adriana, una ingenua casalinga incinta del terzo figlio, si ritrova in casa una strana compagnia, di cui fanno parte tra gli altri la sua ex compagna di scuola Rosanna, l'ex fidanzato Sandro e il suo stesso marito Michele, rientrato in anticipo dal suo lavoro di metronotte. Questa notte sarà per Adriana l'incarnazione di un incubo al termine del quale la sua psiche sarà stata irrimediabilmente compromessa.
Nella messa in scena di Scandale, la protagonista Adriana è interpretata da un uomo (il bravissimo Arturo Cirillo) e l'azione si svolge in una stanza che prima sembra quella di un motel e poi invece si rivela la cucina della casa dove Adriana vive con il marito e i figli.
Questa stanza ha pareti che sono in realtà tende e - grazie al sapiente gioco di luci - a volte sembrano muri impenetrabili, altre volte diventano vetrine su mondi immaginari, ricordi, sogni e pensieri.
L'atmosfera della rappresentazione è infatti decisamente onirica: tutto comincia con Adriana che si addormenta sul tavolo dopo aver festeggiato il suo compleanno da sola e si risveglia sempre da sola sullo stesso tavolo, lasciando dunque pensare agli spettatori che quello a cui assistiamo è un sogno di Adriana, anzi più esattamente un incubo, visto che dell'incubo ha tutte le caratteristiche: il senso di angoscia, lo spaesamento, l'insensatezza, la compresenza di persone non necessariamente collegate, il passato e il presente, le ansie e le paure.
E questa angoscia si trasmette in maniera diretta allo spettatore, anch'egli spaesato, traumatizzato, sottomesso, preso in giro, deriso. Spettatore infine coinvolto quando durante l'assurda festa per il compleanno di Adriana compare una sfera da discoteca che riflette le sue luci su tutta la platea.
Dentro questo testo e dentro la rilettura che ne fa Scandale - che pare aver fatto un lavoro filologico sulle numerose riscritture che ne fece Ruccello - ci sono tanti temi diversi, la solitudine, i traumi familiari, i fallimenti personali, la tristezza della quotidianità (rappresentata anche da una televisione da cui sembrano uscire i personaggi che bussano alla porta di Adriana) e, infine, il più importante, la scarsa autostima e la ricerca costante dell'approvazione degli altri.
Si esce disorientati e angosciati da questo teatro. Molte domande rimbalzano nel gruppo di persone con cui sono andata a vedere lo spettacolo sul perché Scandale abbia scelto un protagonista maschile (e io personalmente non ho una risposta). Ma certamente resta forte la sensazione del talento di Ruccello, capace di costruire universi emotivi amplificati che non possono in ogni caso lasciare indifferenti.
Voto: 3/5
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