Alessandro (Andrea Carpenzano) è un giovanotto di ventidue anni senza arte né parte. Trascorre le sue giornate insieme agli amici di sempre, non studia, non lavora, ha un pessimo rapporto con il padre e ogni tanto si caccia in brutte situazioni.
Fino a quando accetta controvoglia la proposta del padre di fare da accompagnatore a Giorgio (Giuliano Montaldo), un anziano signore, poeta dimenticato, ora malato di Alzheimer.
L'incontro di Alessandro con Giorgio è impacciato all'inizio: due mondi lontanissimi e che apparentemente non hanno nulla in comune. A poco a poco però nelle reminiscenze del passato di Giorgio, di cui lui in parte ha lasciato il segno con scritte e disegni graffiti sui muri di una stanza della casa, qualcosa risuona nel presente di Alessandro, in parte per motivi opportunistici in parte perché tocca alcune sue corde sensibili.
Come si può immaginare, quello tra Alessandro e Giorgio sarà un incontro determinante per entrambi e destinato a cambiare la vita di tutti e due; a Giorgio per fare i conti con il passato, ad Alessandro per farli con il presente.
Qualcuno uscendo dalla sala ha detto "carino, ma buonista", e non si può negare che un po' sia vero. Però Francesco Bruni - come già avevamo avuto modo di apprezzare in Scialla! - ha un tocco delicato e una capacità sincera di far dialogare le generazioni sullo schermo e di dare una patina emotivamente vera e sincera a storie che realistiche veramente non lo sono.
Tutto quello che vuoi è uno di quei film che certamente non rimarranno impressi nella memoria a lungo, ma che fanno un po' sorridere e un po' commuovere, e ci fanno un po' anche riconciliare con le cose brutte della vita e del mondo. E questo in fondo è il loro merito principale.
E dopo un'intera giornata passata ad ARF!, il festival del fumetto al MACRO Testaccio, in fondo questo è il massimo che si può desiderare da una serata al cinema.
Voto: 3/5
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