Approfittando della trasferta romana di S., trascorriamo un sabato pomeriggio al Palazzo delle Esposizioni per vedere la mostra sul DNA e quella del World Press Photo 2017. In realtà, è in corso anche la mostra Gli eroi di Georg Baselitz, ma il tempo che abbiamo a disposizione non è sufficiente e in più questi grandi ritratti inquietanti non ci attirano molto.
Siamo invece molto attirate dalla mostra di divulgazione scientifica, anche perché l'ultima che avevamo visto al Palazzo delle Esposizioni, Homo sapiens. La grande storia della diversità umana, ci era piaciuta moltissimo.
La mostra dedicata al DNA si articola in una ricostruzione storica delle origini (le prime sale sono dedicate al vero e proprio padre degli studi sull'ereditarietà, Gregor Mendel) e delle principali tappe e scoperte che hanno caratterizzato la ricerca sul DNA (in particolare quelle di Rosalind Franklin e poi dei premi Nobel Watson e Crick), per poi approfondire i rudimenti scientifici (non sempre semplici neppure quelli) che stanno alla base della genetica, infine i progressi legati allo sviluppo di questi studi, dalla polizia scientifica alla cura delle malattie.
Si tratta inevitabilmente di una mostra in cui c'è moltissimo da leggere e in cui - come spesso accade in questi casi - non sempre è chiarissimo qual è la sequenza giusta di lettura; la lettura è alleggerita però da video semplici e meno semplici che spiegano, con esempi, alcuni concetti scientifici o li riportano alla vita quotidiana e alcune stanze con attività interattive che dovrebbero consentire di comprendere meglio alcuni temi. Molti anche i documenti storici, i macchinari originali, le riproduzioni che è possibile ammirare.
Si esce dalla mostra sentendosi da un lato un po' meno ignoranti - ma pur sempre ignoranti -, dall'altro estasiati dalla straordinaria complessità dei meccanismi che regolano la vita e nello stesso tempo dalle capacità scientifiche crescenti nell'intervenire in questi meccanismi. E ci si chiede di cosa potrà essere capace l'uomo nel futuro e come riuscirà a gestire queste enormi possibilità in maniere che non siano autodistruttive.
Una mostra interessante che merita una visita.
La seconda parte della nostra passeggiata al Palazzo delle Esposizioni è dedicata alla mostra delle fotografie che quest'anno hanno vinto o si sono classificate sul podio nelle diverse categorie previste (sport, reportage, natura, progetti ecc.) per il World Press Photo, il prestigioso premio destinato ai fotografi professionisti in ambito giornalistico.
Tra queste foto ce ne sono alcune che tutti abbiamo avuto modo di vedere durante l'ultimo anno, ad esempio le foto dell'assassino dell'ambasciatore russo in visita ad Ankara, la foto della donna che cammina di fronte alla polizia in assetto antisommossa durante le manifestazioni americane. Molte altre sono meno note o fanno riferimento a realtà, situazioni o episodi che hanno avuto minore visibilità o minore eco mediatica, ma non per questo sono meno interessanti.
Tra le più belle dal punto di vista estetico quelle delle sezioni Sport e Natura, tra le quali la mia preferita per quest'anno è la bellissima foto delle farfalle monarca su un letto di neve a pieno campo. Sarei rimasta ore a guardarla.
Se posso fare un piccolo appunto all'allestimento, le didascalie senza la cui lettura le foto di questa mostra (soprattutto quelle dei progetti di lunga durata, dei reportage e delle foto singole giornalistiche) non sono veramente intellegibili sono veramente piccolissime e non solo costringono tutti ad avvicinarsi troppo facendo scattare gli allarmi, ma creano assembramenti davanti alle foto che non ne consentono una visione rilassata. Per fortuna quando siamo andate noi c'era poca gente e dunque abbiamo potuto godere della visione senza problemi.
Voto: 3,5/5
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