Saroo è un bambino indiano che vive in un piccolo villaggio con la madre, il fratello maggiore Guddu e la sorella minore. Sua madre fa la bracciante e raccoglie pietre in una cava, mentre Guddu fa piccoli lavoretti e piccoli furti per sostenere la famiglia. Un giorno Guddu esce per lavorare di notte e Saroo vuole andare con lui, ma arrivati a destinazione con il treno, Saroo ha sonno e il fratello gli dice di aspettarlo sulla panchina fino al suo ritorno. Ma Saroo si sveglia nel cuore della notte e, non trovando il fratello, sale su un treno e si addormenta. Quando si sveglia il treno è in viaggio per una destinazione lontanissima, a oltre 1600 chilometri da casa.
Qui inizia la sua avventura tra le folle di Calcutta, i bambini di strada, gli approfittatori, i riformatori, fino all'adozione da parte di una famiglia australiana che vive in Tasmania e che oltre a lui adotta un altro bambino indiano, molto più problematico.
Quando Saroo (Dev Patel) diventa grande e va a studiare a Melbourne, grazie alla sua fidanzata Lucy (Rooney Mara) e ad alcuni amici comincia a coltivare il sogno di ricostruire da dove arriva e ritrovare la sua famiglia d'origine. Inizierà a questo punto una nuova avventura che diventerà per Saroo una vera e propria ossessione e lo allontanerà temporaneamente da tutti gli affetti che si è costruito.
Lion ha il fascino tipico delle storie vere e che è tanto maggiore quanto più incredibile è la storia cui stiamo assistendo, come nel caso qui raccontato.
Il regista Garth Davis preme ripetutamente sul tasto emotivo, come forse era inevitabile, e dunque preparatevi a piangere a più riprese nel corso del film e a singhiozzare sui titoli di coda quando si vedono foto e video dei veri protagonisti.
Ovviamente, dal punto di vista cinematografico tutto è piuttosto scontato e prevedibile e sappiamo fin dall'inizio che stiamo assistendo a una storia a parziale lieto fine. Alcuni personaggi, che pure appartengono alla vera vicenda del protagonista, ad esempio il fratello adottivo, non vengono molto approfonditi, e altri, ad esempio la madre adottiva (interpretata da Nicole Kidman), appaiono piuttosto stucchevoli.
Comunque il risultato finale è garantito e il film – anche piuttosto lungo – si fa seguire senza sforzi.
Io sono al cinema con il mio nipote adolescente e durante la proiezione mi immagino che si stia rompendo tantissimo, o almeno così sembra. E invece all'uscita mi dice che tutto sommato gli è piaciuto, e si sofferma su alcuni dettagli narrativi che io nemmeno avevo notato!
Insomma, un perfetto film di Natale per farsi un bel pianto liberatorio in famiglia!
Voto: 3/5
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