Lasciamo stare che sono stanchissima e che dopo dieci minuti che lo spettacolo è iniziato mi rendo conto che non ho la chiave del motorino né in tasca né in borsa e che mi tocca uscire al volo per scoprire che le chiavi sono appese al bauletto e per fortuna nessuno mi ha rubato il motorino. Lasciamo stare che il testo di Roberto Bolaño è piuttosto impegnativo nella mescolanza continua di reale e immaginario. Lasciamo stare che ogni tanto la mia mente si distrae e viaggia.
Però resta il fatto che il personaggio di Auxilio Lacoutoure che sta per un’ora e mezza sul palco con in mano un bicchiere che contiene un fiore rosso e ci racconta di come dall’Uruguay è arrivata in Messico, dove ha frequentato poeti e scrittori, e di come il 18 settembre 1968 quando l’esercito fece irruzione nell’università per portare via i dissidenti lei si trovava nel bagno e lì rimase fino a quando i soldati non andarono via, è una specie di centro di gravitazione di storie, di emozioni, di visioni, di racconti di vita e di racconti immaginati, di personaggi reali e inventati.
E tutto questo trova una straordinaria interprete in Maria Paiato, che sul palcoscenico del Teatro India si fa Auxilio e ci cattura con le sue parole, ci trascina nel suo mondo immaginifico senza darci un attimo di tregua.
Questo flusso ininterrotto di parole ci può stordire, così come innamorarci. Il risultato è sostanzialmente lo stesso, ossia la sensazione alla fine dello spettacolo che qualcosa ci ha travolto, e che quel qualcosa è la straordinaria bravura e il magnetismo di Maria Paiato, che con questo ruolo si conferma una delle interpreti più brave che calcano oggi i palchi teatrali.
Il pubblico lo sa e all’accensione delle luci, sulle note di Todo cambia, la omaggia con un applauso lunghissimo, direi interminabile, che emoziona persino questa attrice navigata. E non importa se – come me – altri non hanno capito proprio tutto, non sono riusciti a seguire le evoluzioni ardite del racconto di Auxilio, perché quello che importa è aver vissuto per un’ora e mezza la magia pura del teatro, quella per cui una sola persona su un palco con una luce puntata addosso può diventare chiunque e portarci in un altro mondo.
Voto: 3,5/5
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