L’uomo degli scacchi / Peter May; trad. di Chiara Ujka. Torino: Einaudi, 2015.
Ed eccoci al terzo e ultimo capitolo della trilogia che Peter May ha voluto dedicare all’isola di Lewis, nelle Ebridi esterne, con protagonista il poliziotto (ormai ex poliziotto) Fin McLeod.
I primi due capitoli della trilogia, L’isola dei cacciatori di uccelli e L’uomo di Lewis, mi erano piaciuti molto per la forte relazione tra le vicende narrate (spesso generate da eventi irrisolti del passato, in buona parte collegati alla vita personale di Fin McLeod) e le caratteristiche ambientali dell’isola, estrema nei suoi paesaggi e negli eventi atmosferici che l’hanno disegnata.
Avevo dunque comprato questo terzo romanzo con grandi speranze, anche se già dopo che lo aveva letto C. mi erano venuti i primi dubbi, visti i suoi commenti non proprio entusiastici. Ed effettivamente quando mi sono imbarcata nella lettura mi sono immediatamente resa conto che non riusciva a conquistarmi.
A mio parere i difetti peggiori di questo terzo capitolo sono una sostanziale mancanza di idee e una scrittura pochissimo empatica.
Il sospetto che Peter May, a partire da un’idea di fondo piuttosto esile per questo romanzo (e che ravviva solo la seconda parte del libro), abbia poi voluto infarcirlo di tante piccole storie che però singolarmente rimangono piuttosto sganciate le une dalle altre e di descrizioni ambientali in qualche modo giustapposte è piuttosto forte.
Vero è che la specificità narrativa di May, anche negli altri libri, consisteva nel tessere una trama fatta di tanti fili narrativi che seguono personaggi e storie del passato per poi ricomporli in un quadro di insieme finale in cui tutti i tasselli vanno a posto. In questo però la medesima strategia narrativa appare meccanica, poco fluida e soprattutto poco coinvolgente sul piano emotivo. Qua e là non mancano le ripetizioni e le ridondanze descrittive, nonché il tentativo un po’ faticoso di dare un senso e in qualche modo una degna conclusione alle storie di tutti i personaggi introdotti nei romanzi precedenti.
Non dirò niente della trama, piuttosto arzigogolata; dirò solo che il risultato finale è purtroppo deludente e si arriva alla fine del libro con non poca fatica.
Voto: 2,5/5
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