Tutto comincia con una giornata intera in aeroporto, perché a causa dello sciopero dei controllori di volo siamo bloccate prima all'aeroporto Marconi e poi dentro un aereo Ryanair che dovrebbe portarci a Berlino. Alla fine però l'aereo parte ed eccoci nella capitale tedesca, dove ci aspettano L. e L. per andare a cena. Ci sistemiamo nel nostro albergo/ostello, Lohwasser Pension, con la grande sala con la cucina al centro e le stanze che si affacciano sul bel giardino sul retro, tanto che sembra quasi di non essere in città.
Poi eccoci già in giro per Friedrichshain alla ricerca di un posto per mangiare; rifiutiamo la proposta di un ristorante italiano (!) e quindi alla fine mangiamo un buonissimo pho in un ristorante vietnamita vegetariano. Nel frattempo arriva in aereo - anche lei in ritardassimo - anche C. che si unisce all'allegra brigata per una birretta, la prima di una serie infinita, anche perché qui la birra costa decisamente meno dell'acqua minerale.
Il sabato, dopo una lauta colazione nella nostra pensioncina con cornetti del panificio, facciamo fare a S. un po' di giri classici per Berlino, iniziando dalla East Side Gallery, dove c'è una parte di muro piuttosto lunga ricoperta di disegni e graffiti, per proseguire con Alexander Platz, Mitte, Hackescher Markt (dove ci fermiamo per un hamburger) e Hackescher Hof (la serie di cortili l'uno nell'altro che permettono di attraversare un intero isolato). Dopo una lunghissima passeggiata arriviamo alla porta di Brandeburgo e poi ci mettiamo in fila per prenotare la visita alla cupola del Reichstag per l'indomani. Per fortuna la domenica il tempo è bello, cosicché possiamo goderci appieno la passeggiata all'interno della cupola e la vista sulla città. Segue un'altra lunghissima passeggiata che ci porta a Potsdamer Platz, al Kulturforum e quindi a Kreuzberg e all'AdmiralBrucke, dove pranziamo in un bistrò spagnolo.
C. riprende l'aereo e io e S. ci avviamo verso Oranienburg da dove comincerà il nostro giro in bicicletta. Capiamo subito che uno dei problemi di questa vacanza sarà capirsi, visto che persino la ragazza alla reception dell'hotel di Oranienburg non spiccica una parola di inglese e dobbiamo chiamare L. per fare da traduttrice.
Il lunedì si comincia a pedalare. Il nostro percorso di quest'anno si snoda attraverso le due regioni del Brandeburgo e del Meclemburgo fino ad arrivare alla costa baltica, ed esattamente all'isola di Usedom, metà tedesca e metà polacca.
Si inizia con una tappa lunga (86 km circa) che è piuttosto semplice all'inizio, perché affianca un canale, ma nella seconda parte diventa un pochino più impegnativa. Per pranzo ci fermiamo a Zehdenick (dove cominciamo ad assaggiare piatti a base di asparagi). Notevole lo Ziegeleipark che sorge nell'area di una grande fabbrica di mattoni (dismessa) che estraeva qui l'argilla in cave che ora sono diventate laghetti e pozze d'acqua, e carina la cittadina di Himmelpfort. L'albergo che ci aspetta a
Fürstenberg, l'Haus an der Havel, è una casetta azzurra sul fiume, molto ben arredata e funzionale. Cena alla Marktstube, che è praticamente l'unico ristorante del luogo e dove non ci facciamo mancare niente: due zuppe di patate con wurstel, schnitzel di maiale e patate fritte, pesce fritto con taccole e patate al forno.
La seconda tappa, da Fürstenberg a Neustrelitz, è l'unica senza sole della nostra vacanza. Anzi, a dire la verità, oggi fa proprio freddino e io ho i miei numerosi strati. La mattina a colazione ci dicono che dobbiamo fare il percorso alternativo presente nelle nostre istruzioni, perché c'è un ponte crollato. Sbaglieremo strada almeno tre volte e quella che doveva essere una tappa piuttosto breve diventa di quasi 50 km. Comunque arriviamo presto a destinazione e nel frattempo è uscito un bel sole e il cielo è azzurrissimo. Visitiamo i giardini del castello, l'Orangerie, il porto, la piazza del mercato e cerchiamo lo schloss, ma non ce n'è traccia; scopriamo solo dopo che è stato distrutto nel 1945! Cena da Fürstenhof sulla piazza del mercato, in cui mangiamo un ottimo gulash con i finferli e finalmente un pochino di vino.
Il mercoledì, dopo una come sempre abbondantissima colazione al nostro albergo, Hotel Schlossgarten, ci dirigiamo verso Neubrandenburg, tappa breve ma molto bella completamente immersa tra laghi, colline, campi coltivati e foreste di betulle. Prima tappa al castello di Hohenzieritz, poi ci godiamo la pista lungo il lago Tollense che attraverso un bel parco ci porta in città. Qui siamo in un hotel dall'aspetto molto DDR, Hotel Am Ring, e la nostra stanza dà su un parcheggio multipiano in cemento.
Anche la cittadina è piuttosto curiosa, perché le porte e le mura esterne creano un'aspettativa di antichità che viene immediatamente delusa quando all'interno ci si imbatte nelle tipiche case DDR. Però in centro prendiamo un buon caffè e un buon dolce in un bar dall'aria molto prussiana e poi, per cena, individuiamo un posto bellissimo presso la Friedländer Tor, dove non solo mangiamo molto bene ma guardiamo anche un pezzo di partita insieme a un gruppo di tedeschi che ci offrono dei salatini, mentre il cameriere ci offre un bicchiere di vino aggiuntivo rispetto a quello che abbiamo già preso.
La quarta tappa ci porterà a Ueckermünde e, poiché è molto lunga, la nostra guida dice che possiamo accorciare prendendo il treno. Noi ovviamente non la stiamo a sentire e inforchiamo le bici. La tappa di quasi 80 km si rivelerà parecchio faticosa (a causa di un po' di saliscendi e tantissimo sterrato, spesso sabbioso) ma bellissima per gli stupendi paesaggi che ci regalerà. A un certo punto ci perdiamo persino in un bosco pieno di sentieri e siamo parecchio disperate, perché siamo già stanche e cominciamo a esaurire le scorte di acqua, ma grazie al mio smartphone e a un'indicazione su un cippo troviamo al via d'uscita.
La cittadina di Ueckermünde, soprattutto la parte più antica e quella del porto, è molto carina e ci regala degli scorci con una luce meravigliosa. Per cena andiamo in un posto vicino all'albergo, che si chiama BackBord, e che, nonostante la consueta difficoltà di decifrare il menu e di comunicare con i camerieri, ci regala una bella cena di pesce.
L'ultimo giorno di bicicletta inizia con un traghetto che ci porta da Ueckermünde sull'isola di Usedom, esattamente a Kamminke. Da qui attraversiamo l'isola per arrivare sulla costa baltica settentrionale, talmente vicino al confine polacco che decidiamo di attraversarlo e io mi lancio sulla spiaggia con il costumino per coronare il sogno di un bagno nel ghiacciatissimo Baltico ;-)
Il bagno si ripeterà qualche chilometro più là anche in acque tedesche, per par condicio. Poi in bicicletta attraversiamo l'elegantissima cittadina di Ahlbeck con le sue ville in stile vittoriano, neoclassico, italiano ecc., ristrutturate di recente, un tempo case di vacanza dei ricchi berlinesi che venivano qui l'estate. Il nostro albergo sta a Heringsdorf (il paese delle aringhe), ma non direttamente sul mare. Lasciamo tutte le nostre cose e torniamo sul lungomare per un ottimo panino con l'aringa e una passeggiata.
Anche la cena sarà a base di pesce, da Domkes Fishpavillon, un posto dove scegli da una lavagna quello che vuoi mangiare e ti danno un'aragosta che si illumina quando le cose sono pronte e puoi ritirarle al banco. Le due zuppe di pesce sono ottime, così come l'aringa al forno e il luccioperca.
Il sabato torniamo a Berlino in treno (con 280 chilometri di bicicletta nelle gambe, tanti paesaggi bellissimi negli occhi e tanti cibi buoni nella pancia). A Berlino siamo in un Airbnb sempre in Friedrichshain perché nella nostra pensione non c'era posto; cena con L. da Scheers schnitzel, l'ultima della nostra vacanza, e poi a nanna nel b&b, dove l'organizzazione e i padroni di casa sono piuttosto fulminati, ma tutto sommato per una notte non soffriamo troppo. Ed eccoci di nuovo su un aereo, questa volta però di ritorno verso l'Italia.
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