In una sonnolenta domenica di inizio primavera mi faccio trascinare dalle amiche a vedere una mostra che io di mia iniziativa non sarei mai andata a vedere: Correggio e Parmigianino. Arte a Parma nel Cinquecento. Un po’ perché è un periodo in cui non vado molto per mostre, un po’ perché protagonista della mostra è un mondo pittorico, quello del manierismo cinquecentesco, che non amo particolarmente.
Vero è però che le mostre organizzate alle Scuderie del Quirinale, oltre a essere ben allestite, sono sempre piuttosto interessanti e gradevoli. In questo caso, poi, decidiamo anche di fare la visita guidata in modo da muoverci in maniera più consapevole attraverso le opere.
Dopo una prima sala in cui vengono presentate due grandi tele di Parmigianino e due piccole di Correggio, la mostra prosegue illustrando innanzitutto l’opera di Correggio, a partire dai dipinti che risentono dell’eredità di Mantegna fino a quelli della maturità del pittore in cui le atmosfere cupe e un po’ rigide vengono sostituite con i colori e il movimento. A seguire si fa la conoscenza con l’opera del Parmigianino, che inizia a dipingere giovanissimo ed esercita la sua attività in diverse parti d’Italia.
Nelle sale successive del primo piano la presentazione delle opere dei due autori prosegue parallela tra scene della vita dei santi, ritratti e personaggi mitologici.
Al secondo piano, alle opere di Correggio e Parmigianino si affiancano quelle dei contemporanei e degli allievi, tra cui Girolamo Mazzola Bedoli e Francesco Maria Rondani. Un’intera sala è dedicata ai disegni preparatori che permettono di osservare la tecnica degli artisti e di ammirarne la vena creativa al di fuori delle rigide necessità delle grandi opere su commissione. Anche qui si osservano ascendenze famose e punti di contatto con l’eredità artistica precedente.
Le ultime due sale sono dedicate infine ai ritratti, maschili e femminili, sia di personaggi realmente esistiti, noti e ignoti, sia di figure storiche o ideali, in cui viene rappresentato il concetto stesso di bellezza dominante nel periodo storico in cui vissero i due artisti.
Nell’insieme un’esperienza interessante, sebbene non di quelle che rimarranno scolpite nella memoria. Memorabile resterà invece lo straordinario tramonto che vediamo all’uscita dalla mostra, con il sole che, come una palla luminosa in un cielo lattiginoso, cala giusto dietro la cupola di San Pietro.
Voto: 3/5
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