Ed eccomi qui al primo appuntamento del 2016 con Unplugged in Monti. Questo anno di concerti inizia con una Church Session, ossia i concerti che si tengono alla Chiesa Metodista di via XX settembre.
Ho fatto il biglietto tanto tempo fa e dunque innanzitutto mi sono aggiudicata il mio poster dell'evento, quello disegnato da mynameisbri (Sabrina Gabrielli) che da quest'anno si occupa solo dei poster della Church Session.
Sono arrivata per tempo e ben satolla, visto che ho deciso di passare prima a mangiare una galette complète e una crepe al caramello salato al piccolo locale Crêpes galettes che il francese Florent ha aperto in via Leonina (e che vi consiglio caldamente! Finalmente una vera galette bretonne con grano saraceno a Roma!).
Così quando arrivo in chiesa mi siedo tranquilla al banco in seconda fila e attendo pazientemente che la chiesa si riempia e i concerti inizino. Sì, perché questa sera in realtà ci sono due concerti in programma ed entrambi i nomi sono di un certo calibro.
I primi ad esibirsi sono The leisure society, che a Roma si presentano in una formazione a tre, composta dai due storici componenti del gruppo, Nick Hemming e Christian Hardy, insieme allo splendido violinista Mike Siddell. Quando nel 2009 era uscito The sleeper, il primo album di The leisure society, il lavoro era stato accolto con grande favore dalla critica e questi ragazzotti inglesi erano stati paragonati a band ben più famose quali i Mumford & sons e i Fleet foxes. Gli album successivi, pur non mantenendo tutte le promesse, hanno confermato le qualità di questi giovani musicisti, raggiungendo anche vertici significativi.
Al concerto si presentano, a parte Mike Siddell, con un taglio di capelli simile e molto alla moda, e ci deliziano per almeno un'oretta con la loro musica alt folk, fatta di chitarre, di violini, di banjo, di tastiera e altro. Il loro perfetto accento inglese è molto gradevole da ascoltare anche quando - tra una canzone e l'altra - intrattengono il pubblico. I tre spaziano nel loro repertorio attingendo a tutti i loro album e proponendo anche una cover. In una canzone si fanno anche accompagnare da una cantante italiana, Beatrice Sanjust, che - ci raccontano - ha cantato con loro molte volte quando viveva in Inghilterra, ma poi è tornata alla sua terra natia a Roma.
Dopo l'ultima canzone vengono richiamati in scena da un pubblico silenzioso, ma attento e ci cantano una canzone unplugged stando davanti al palco.
Il tempo tecnico necessario ad allestire il palco ed ecco che fa la sua comparsa Chantal Acda, con una band formata da un bassista, un batterista e un polistrumentista (veramente eccezionale quest'ultimo!), tutti componenti di altre band che si sono prestati ad accompagnare Chantal in questo tour.
Chantal Acda è una cantante e musicista di origini olandesi che vive in Belgio, e devo dire che per me che ho vissuto a Bruxelles i segni della sua "belgitudine" ci sono tutti: non solo un aspetto parecchio fiammingo, ma anche il fatto che si presenta sul palco con uno scamiciato che sembra una camicia da notte e i capelli arruffati che sembra essersi appena svegliata. L'impatto dunque è abbastanza forte.
Però, quando il concerto inizia la magia della voce di Chantal e degli strepitosi arrangiamenti dei musicisti che la accompagnano fa dimenticare qualunque elemento superficiale e che non abbia a che fare con la musica e ci conduce direttamente nella magia delle sue canzoni.
Il pubblico è silenziosissimo, ma pronto ad esplodere in lunghi applausi alla fine di ogni canzone. Chantal è colpita da tanto religioso silenzio, ma dice anche che la cosa non la turba affatto anzi le fa piacere.
I brani dell'ultimo album The sparkle in our flaws si alternano a quelli del lavoro precedente Let your hand be my guide (il mio preferito!), dal quale ci viene proposta anche una splendida versione di Arms up high.
E così tra una canzone e l'altra, tra una chiacchiera e l'altra siamo già alla fine del concerto, ma il pubblico non è ancora sazio. Dunque Chantal e la sua band tornano sul palco per un bis di un paio di canzoni.
Poi tutti, la stessa Chantal, nonché Nick e Christian, li ritroviamo al banchetto della vendita dei CD e dei gadget che parlano con tutti e regalano sorrisi e abbracci.
Una serata davvero emozionante. Un bel modo di cominciare questo 2016 in musica.
Peccato per il tipo di illuminazione del palco, che con l'eccesso di luci rosse rende le foto quasi impossibili e certamente regala pochi risultati fotografici davvero meritevoli.
Voto: 4/5
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