A suo tempo, cioè agli inizi degli anni Ottanta, ero stata una grande appassionata della saga di Star Wars e avevo seguito con attenzione le storie della principessa Leila, di Luke Skywalker e di Han Solo.
Poi quando – qualche anno fa – è iniziata la serie dei prequel che raccontano la storia di Anakin non ho mai avuto lo stimolo ad andare al cinema. Anche solo uno sguardo ai trailer mi restituiva l'immagine di un mondo lontano da quello che avevo amato e l'assenza dei miei personaggi preferiti mi aveva sempre convinta a lasciar perdere.
Questa volta però le cose sono diverse. L'episodio VII (Il risveglio della forza) si colloca dopo i tre film storici e ci restituisce parte dei personaggi e delle atmosfere che noi degli anni Settanta avevamo conosciuto.
E così convinco due amiche – che in realtà non hanno visto nemmeno un episodio della saga! – a seguirmi, durante le vacanze natalizie, al vetusto cinema Norba di Conversano (che credo non frequentassi dai tempi del liceo) a vedere il film. Dico loro che non è necessario conoscere la storia e che anche io ne conosco solo una parte. Al limite non coglieremo tutti i riferimenti, ma gli prometto un bello spettacolo.
Per fortuna, J. J. Abrams non delude. Il risveglio della forza è di per se stesso un bel film, anche quando manca qualunque altro tipo di riferimento alle altre puntate e le mie amiche escono soddisfatte. Io lo sono ancora di più, fors'anche perché questo nuovo incontro con Star Wars è stato come un ritorno nostalgico alla mia adolescenza e in qualche modo anche una verifica del tempo che è passato.
Le facce invecchiate della ora regina Leila (Carrie Fisher), di Han Solo (Harrison Ford) e di un quasi irriconoscibile Luke Skywalker (Mark Hamill) mi fanno tenerezza e al contempo mi fanno pensare a quanto sono cambiata anch'io nel frattempo.
Ma quella del nuovo Star Wars non è soltanto un'operazione nostalgica. Anzi, secondo me, il punto di forza del film sta nell'equilibrio tra gli stilemi del passato (le atmosfere, il tipo di dialoghi, un certo tipo di umorismo della sceneggiatura) e gli elementi di novità del presente (in particolare alcune svolte narrative: penso al ruolo dello Stormtrooper Finn, ovvero alla figura di Rey, interpretata da Daisy Ridley).
Il risveglio della forza è un film che non si prende esageratamente sul serio (esattamente come gli Star Wars originari) e non è solo un giocattolone tecnologico come oggi sono molti film di fantascienza. Un film che sa essere epico e quotidiano come pochi altri. È un racconto in cui l'umanità ha un ruolo importante e il passato e il presente si uniscono in un gusto un po' vintage, estremamente affascinante.
Alcuni aspetti della narrazione sono decisamente un po' deboli (la grandezza del cattivo Dart Fener è inarrivabile, per esempio), ma gli inserti di alcuni personaggi nuovi, penso a Rey, ma anche al robottino BB-8, sono efficaci e perfettamente integrati con i loro predecessori, che a volte sono ancora protagonisti, altre volte hanno ruoli quasi cameo.
Non so esattamente che effetto faccia alle generazione di adolescenti e giovani questo Star Wars, ma a giudicare dai commenti di mio nipote di 13 anni, direi che è ancora in grado di creare quella magia che io avevo vissuto più o meno alla sua età. E questo è molto bello.
Voto: 3,5/5
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