Titoli di coda / Petros Markaris; trad. di Andrea Di Gregorio. Milano: Bompiani, 2015.
Che estate sarebbe senza la vacanza in Grecia e la lettura contestuale di un avventura del commissario Kostas Charitos?
Ed ecco qui che arriva puntuale Titoli di coda, in cui - come ormai accade da diversi anni - il tema di Markaris è sempre di più la crisi greca.
Qui abbiamo a che fare con un gruppo di assassini che si firmano "I greci degli anni '50" e sarà compito di Charitos capire chi si nasconde dietro questo appellativo e se questi assassini si richiamano alle lotte politiche e ideologiche che hanno attraversato la Grecia negli ultimi 50 anni oppure hanno a che fare con le conseguenze della recente crisi economica.
Intorno a Charitos si muovono tutti i personaggi che ormai conosciamo e amiamo: la moglie Adriana, provetta cuoca attraverso la quale Markaris ci fa conoscere il meglio della cucina greca (poi da me prontamente sperimentata sulle isole), Caterina e Fanis (la figlia che fa l'avvocato per gli immigrati e il genero medico), i consuoceri Sevastì e Prodromos, gli amici Maria (anche socia di lavoro di Caterina) e Uli (un tedesco trasferitosi in Grecia), Zisis (l'amico di Charitos e della sua famiglia da sempre).
Come al solito, l'indagine del commissario è solo una scusa per parlare della Grecia di oggi e di ieri, della sua storia (di cui in realtà ben poco conosciamo), della sua cultura e delle sue tradizioni e in particolare dell'atmosfera che si respira con la crisi.
Alla fine della lettura (devo dire che la conclusione dell'indagine mi è sembrata un po' frettolosa, a fronte dell'interesse sollevato nelle pagine precedenti) mi è sembrato di capire di più della Grecia e dei greci e mi sono guardata intorno con occhi più consapevoli e affettuosi.
Forse è arrivato il momento di imparare un po' di greco, per parlare davvero - in qualche modo - con l'anima più profonda di questo paese.
Voto: 3,5/5
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