Il film di Giuseppe M. Gaudino è un'esperienza cinematografica decisamente originale.
Se infatti sul piano narrativo apparentemente non ci sono elementi di particolare dirompenza, sul piano della confezione cinematografica l'effetto sorpresa è assicurato.
Anna (una splendida Valeria Golino) è sposata con Gigi (Massimiliano Gallo), un uomo violento e insensibile, coinvolto in affari loschi, e ha tre figli, di cui uno sordomuto. Anna è la responsabile del gobbo per una produzione televisiva, dove è molto apprezzata per la qualità del suo lavoro. Qui subisce il fascino dell'attore Michele Migliaccio (Adriano Giannini) che le fa intravedere la possibilità di una vita diversa e di una felicità che le sfugge ormai da tempo.
Ma Anna è anche una "capasciacqua", una specie di Alice nel paese delle meraviglie, che guarda al mondo con curiosità e terrore, con altruismo e scarso senso della realtà, al punto da perdere la cognizione della verità e lasciarsi vivere, accettando le regole di una vita che non è stata certamente generosa nei suoi confronti.
La musica - onnipresente - ci introduce la storia di questa donna attraverso un canto popolare che ricorda gli antichi cantastorie, e poi ne accompagna ogni emozione passando dal Quartetto Cetra a Handel e soprattutto alla musica napoletana tradizionale rivisitata in chiave moderna.
Il regista ci conduce negli occhi e nella mente di questa donna, facendoci vivere i suoi ricordi di un'infanzia infelice e spavalda, nonché i suoi incubi, quelli ad occhi aperti e quelli notturni. Così, a fronte di un film tutto in bianco e nero come ormai è la vita di Anna, divisa tra momenti di felicità quasi ingenua e momenti drammatici, si aprono squarci di colore quando la protagonista si confronta con i propri incubi, il mare di Napoli coperto da nuvoloni neri, mostri e strani personaggi che le si affollano nella mente, frammenti di ricordi e situazioni fantastiche che le tormentano i sogni. E così d'improvviso Anna si trasforma in un santino, una madonna napoletana dai colori sgargianti.
Il risultato è un film che trasuda napoletanità da tutti i pori: nelle sonorità, nella drammatizzazione, nelle contraddizioni, in quel mix unico di leggerezza e di pesantezza che è proprio della cultura napoletana, nell'immaginario "barocco" che la caratterizza. Come ha detto qualcuno, forse la stessa Anna incarna questa città generosa, cui tutti si aggrappano, tutti chiedono, senza mai dare nulla in cambio, questa città che è allegra con poco, ma è percorsa da incubi orribili, questa città che minimizza i propri problemi ma in questo modo svende la propria anima.
Voto: 3/5
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