Il porto proibito / Teresa Radice e Stefano Turconi. Milano: Bao Publishing, 2015.
Mi pare che Bao Publishing stia a poco a poco allargando gli orizzonti della sua linea editoriale e stia contribuendo in maniera significativa a portare sul mercato del fumetto italiano prodotti sempre meno scontati, dando visibilità non solo ad autori stranieri affermati ed emergenti, ma anche a fumettisti bravi di casa nostra che non hanno voluto o non hanno potuto emigrare nella terra di bengodi del graphic novel, ossia la Francia.
È questo il caso di Stefano Turconi (già apprezzato disegnatore di Topolino, ma anche di Viola Giramondo) e della sua compagna di lavoro e di vita Teresa Radice, che si occupa delle sceneggiature.
Ebbene, dalle mani e dalle menti di questi due bravi autori italiani è venuto fuori questo graphic novel molto bello e originale, che si presenta – fin dall’aspetto – come un romanzo d’avventura ottocentesco, ma che per altri versi è costruito come un’opera teatrale. E infatti dopo il frontespizio "vero" ci si trova di fronte a un frontespizio ulteriore che data Londra 1811 e aggiunge il sottotitolo: Opera a fumetti in quattro atti. A questo frontespizio segue l’apertura del sipario (in senso letterale) con una frase tratta da I giganti della montagna di Luigi Pirandello e il sipario si chiude nelle ultime pagine su una poesia di Pablo Neruda. Scorrono nelle pagine seguenti i titoli di coda e le specifiche relative alle opere da cui sono tratte le citazioni di cui è costellato il testo e alla musica che è entrata nel libro o che ha fatto da colonna sonora ai suoi autori. A seguire ci aspetta una specie di epilogo che getta brevemente luce sui protagonisti a distanza di tempo dalla fine della storia.
Quella di Radice e Turconi è una storia di mare, di velieri e di marinai, con una trama complessa - e di cui sarebbe un vero peccato rivelare troppo -, in cui ci sono almeno tre protagonisti: il giovane Abel che è stato ritrovato in mare senza memoria, la rossa e lentigginosa Rebecca Riordan che gestisce una casa di appuntamenti a Plymouth e il capitano McLeod, grande e grosso lupo di mare, innamorato di Rebecca. Un destino infausto accomuna Abel e Rebecca, e sarà McLeod a fare da ponte tra le storie di questi due personaggi.
In questa trama già di per sé piuttosto articolata, in cui la parola scritta ha un ruolo significativo, molto più che in altri graphic novel, trovano ampio spazio stralci di poesie e citazioni che arrivano principalmente dai poeti romantici inglesi Coleridge e Wordsworth, ma anche da William Blake e dalla Bibbia.
È dunque facile concluderne che Il porto proibito è un vero e proprio omaggio letterario che si ispira ad un immaginario in parte perduto e a cui questo fumetto vuole ridare vita, riuscendoci splendidamente.
Arrivati all’ultima pagina sentirete forte il bisogno di rileggerlo. Io l’ho riletto quasi integralmente la prima volta, per cogliere alcuni passaggi della sceneggiatura e apprezzarne gli incastri perfetti, e poi l’ho riaperto più volte per rileggerne le parti che mi avevano toccato di più, e per apprezzare la bellezza dei disegni. Eh sì, perché qualche parola va certamente spesa anche per i disegni di questo fumetto, tutti a matita, disegni caratterizzati da una grandissima dovizia di particolari (frutto sicuramente di lungo studio in alcuni casi), nonché capaci di rendere una straordinaria varietà di espressioni e di emozioni da parte dei personaggi. Bello anche quando i disegni non si riferiscono direttamente alle parole scritte (spesso pensieri dei protagonisti), ma divagano al di là delle parole, senza per questo perdere mai la connessione profonda, direi emotiva, con le stesse.
Il porto proibito è una storia che toccherà il cuore degli adulti per l’acutezza dei sentimenti e dei pensieri che trasmette e conquisterà i bambini per il senso di avventura e di scoperta che porta con sé.
E nessuna conclusione è più appropriata di quella con cui ci lasciano i suoi autori, l’augurio "che avrebbe usato Rebecca, da qualcuno attribuito a San Patrizio":
Possa la strada venirti incontro,
possa il vento essere sempre alle tue spalle.
Possa il sole splendere caldo sul tuo viso,
la pioggia cadere dolcemente sui tuoi campi.
Che sia verde l’erba sulla quale cammini,
blu il cielo sopra di te.
Siano pure le gioie che ti circondano,
veri i cuori che ti amano.
Da ora in poi, possa la strada venirti incontro,
possa il vento essere sempre alle tue spalle,
possano i caldi raggi del sole inondare la tua casa
e la mano di un amico esserti sempre vicina…
…e fino a quando, di nuovo, ci incontreremo,
possa Dio portarti sul palmo della sua mano.
Voto: 4/5
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