I kill giants / scritto da Joe Kelly; disegnato da JM Ken Niimura. Milano: Bao Publishing, 2015.
Sarà che in questo periodo sono particolarmente "senza pelle", ma l'albo sceneggiato dall'americano Joe Kelly e disegnato dallo spagnolo di origini giapponesi JM Ken Niimura, prima mi ha emozionato e poi mi ha riempito gli occhi di lacrime (salvo poi asciugarmele con la lettura delle tavole finali, in cui i due rappresentano se stessi durante la realizzazione del fumetto con un piglio autoironico veramente strepitoso).
I kill giants è la storia di Barbara, una bambina di quinta elementare un po' maschiaccio, un po' stramba e un po' asociale. Barbara gira con uno strano oggetto sempre con sé che lei ha chiamato Coveleski, come un giocatore di baseball che contribuì in maniera determinante a far riuscire la sua squadra nell'impresa di sconfiggere una squadra enormentemente più forte. Il Coveleski di Barbara è invece un martello per distruggere i giganti, la missione nella quale la bambina è costantemente impegnata.
La piccola vive a casa con la sorella maggiore e un fratello pestifero, e dorme in una tenda che si è costruita in cantina perché non vuole salire al piano di sopra della sua casa.
A scuola Barbara è isolata e subisce il bullismo di chi – più grande e grosso di lei – cerca di ridicolizzarla davanti a tutti per i suoi strani rituali e le sue buffe azioni e di metterla in difficoltà, ma la ragazzina sembra non aver paura di niente e risponde con l'aggressività all'aggressività del mondo, rifiutando qualunque aiuto e affetto: quelli della paziente e affettuosa assistente sociale della scuola, la signora Molle, ovvero quelli di Sophia, la nuova vicina di casa, che vuole diventarle amica.
Ma i giganti arriveranno davvero, sotto forma di un tornado che spazzerà via parte del quartiere dove vive Barbara e la costringerà a confrontarsi con i suoi demoni interiori ed esteriori, riconoscendo la propria fragilità e abbracciando le proprie paure per scoprire che "siamo più forti di quanto pensiamo".
Il graphic novel, sponsorizzato in Italia da Zerocalcare (che ha disegnato anche le copertine dell'edizione di Bao Publishing), è divertente nei disegni (che ricordano molto i manga giapponesi, soprattutto nelle buffe espressioni dei personaggi, che a tutti coloro che sono nati dagli anni Settanta in poi ricorderanno quelle dei personaggi dei loro anime preferiti), nonché efficace nella sceneggiatura costruita quasi come fosse il punto di incontro tra un giallo e un libro di avventura.
Uno dei fumetti più belli che io abbia letto in questi ultimissimi tempi. Sfido chiunque a non amarlo.
Voto: 4,5/5
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