La cosa buffa è che pensavamo di andare in Borgogna!
Eccerto, perché la scelta del viaggio quest'anno è stata ancora più avventurosa del solito e - esclusa una cosa, esclusa l'altra - alla fine abbiamo deciso per la Francia, che dal nostro punto di vista è sempre una garanzia. In realtà - a nostra parziale giustificazione - dobbiamo dire che il viaggio da noi prescelto "Da Digione a Montbéliard" era classificato sotto Francia / Borgogna e pure nella descrizione si insiste in questo senso.
Al punto tale che eravamo pure un po' preoccupate di annoiarci un po', visto che in Borgogna ci eravamo già state qualche anno fa e avevamo pedalato tra filari e filari di vigne... (il resoconto qui e qui). E invece praticamente il giorno prima - e dopo aver già comprato la guida Routard della Borgogna - mi accorgo che - a parte Digione - nella guida non c'è nemmeno uno dei paesi dove pernotteremo e che attraverseremo. E così finalmente mi decido a guardare una carta ed ecco svelato l'arcano: a parte la prima tappa (da Digione a Dole), praticamente siamo per tutto il viaggio in un'altra regione francese che si chiama Franche-Comté. Sì, avete capito bene, Comté come il formaggio, perché lo fanno proprio lì. Siamo ai piedi del massiccio del Jura e risaliamo il fiume Le Doubs andando verso la Svizzera.
Allora, eccoci pronte alla partenza. Dopo il solito viaggio in cuccetta sul Thello (!), il nostro primo giorno - una domenica - trascorre in una Digione caldissima e deserta, con tutti i negozi chiusi, ma per fortuna un bel mercatino dell'antiquariato. Trovare da mangiare per questa prima sera non è affatto semplice (e non lo sarà per tutta la vacanza, visto che purtroppo non abbiamo la mezza pensione!) e dopo un po' di giri e di delusioni perché tutti i posti segnalati dalle guide sono chiusi decidiamo di mangiare una crepe e una galette, sempre in zona mercato, alla Licorne.
Il giorno dopo ci attende la consegna delle bicicletta da parte dell'agenzia tedesca e poi la prima tappa, Dijon - Dole (circa 60 km: la novità di quest'anno è che sto utilizzando MyTrails per registrare i percorsi e raccogliere le statistiche. Peccato che su questa tappa ho fatto casino e quindi non ho i dati precisi!). Questa prima tappa si svolge in buona parte lungo il Canal de Bourgogne che arriva fino a Saint Jean de Losne. Qui ci fermiamo e - visto che con nostro grande disappunto il lunedì mattina il mercato di Dijon è chiuso - non abbiamo nulla da mangiare e dunque ci fermiamo da Chez Nath', su una bella terrazza che affaccia sul fiume Le Doubs e mangiamo delle cosine leggere, tipo filetto di maiale e formaggi! ;-)
Il pomeriggio cominciamo a renderci conto che sarà una settimana infernale dal punto di vista del caldo e che dovremo regolarci di conseguenza nei giorni successivi. Dopo esserci fatte una risata di fronte a una cartello stradale all'ingresso di un paesino che dice "Il y a encore des enfants à ecraser. Vous pouvez accelerer", eccoci di già a Dole, città natale di Louis Pasteur, nonché città di importante ruolo e tradizioni, come capiamo quasi subito guardando i grandi palazzi e le grandi chiese, nonché le fortificazioni che la circondano. Né si può dimenticare che nella zona di Dole si trova l'azienda dei formaggi e formaggini de La vache qui rit!
Nel frattempo S. si è persa sia la bandana che i guantini (sarà almeno il terzo paio di guantini che perde! Che, bisognerà incollarglieli alle mani?). Dopo esserci installate all'Hotel de la Cloche, facciamo un giro per la città che devo dire rimarrà una delle più belle incontrate durante questa vacanza. Anche qui la ricerca del ristorante è faticosa (alcuni sono chiusi il lunedì, altri sono chiusi per ferie), ma alla fine la cena a Le Gustalin si rivelerà ottima. Qui assaggiamo per la prima volta la saucisse de Morteau (con patate bollite e cancoillotte, ossia formaggio fuso), ma anche gli altri piatti sono ottimi (ci rimarrà nella memoria la panna cotta alla menta con rabarbaro e gelato).
La tappa successiva ci porterà da Dole a Besançon (alla fine MyTrails registrerà 67 chilometri). Il percorso in questa tappa è bellissimo, lungo il fiume Le Doubs e il Canale Du Rhone au Rhin, passando per paesini, casette fiorite, alte rocce ecc. A pranzo ci fermiamo alla spiaggia sul fiume nei pressi di Orselle, dove mangiamo il nostro pranzo di caprini e frutta biologica comprato al mercato coperto di Dole. Bellissimo l'arrivo a Besançon dalla pista ciclabile, quando ti si staglia davanti lo spuntone di roccia su cui si erge la cittadella fortificata. In città fa un caldo assurdo e, persino quando usciamo dopo le sei del pomeriggio, è quasi impossibile andare in giro. Comunque riusciamo lo stesso a vedere un po' della città che ha dato i natali a Victor Hugo ed è considerata la capitale degli orologi e del tempo. La sera ceniamo in un cortiletto di un posticino davvero particolare (che sta al di là del fiume) e che si chiama L'Affineur comtoise (buonissimo sia l'agnello sia il pesce, nonché il fromage blanc ai frutti rossi).
Il giorno dopo, prima di partire per Baume Les Dames andiamo a visitare la cattedrale e la cittadella, che meritano certamente una visita. La tappa, che doveva essere molto breve, alla fine è di oltre 54 chilometri, perché quando arriviamo all'ora di pranzo a Baume Les Dames scopriamo che il nostro albergo è in realtà a Hyèvre-Paroisse, per arrivare al quale bisogna fare ulteriori 10 chilometri. A Hyèvre, un paese piccolissimo dove non c'è neppure un bar, c'è il nostro Relais de la Vallèe, un po' un piccolo ecomostro anni Settanta dove però c'è una specie di chef stellato. E infatti la cena si rivelerà la migliore di tutta la vacanza. Mangiamo come antipasto un piatto di salumi e delle cozze con uova e salsiccia (buonissime!), poi come piatto principale la Douillabaisse (una zuppa di pesce ispirata a quella bouillabaisse di Marsiglia) e le costatine di agnello alle erbe. Poi formaggi e infine dolci buonissimi!
La quarta tappa di 54 km ci porterà a Montbéliard dove ci fermeremo due notti. Lungo il percorso facciamo una sosta nel paese di Isle sur Le Doubs, collocato tra diversi canali e corsi d'acqua, dove io mi fermo a comprare dei regalini in un negozio di prodotti tipici. Solo a quel punto mi renderò conto di aver dimenticato due paia di calzini - che avevo lasciato fuori ad asciugare - nell'albergo precedente (è la vacanza delle cose perse!). Durante questa tappa - sempre sotto una canicola spaventosa - dobbiamo affrontare le uniche due vere salite della vacanza, ma ce la caviamo splendidamente.
All'arrivo a Montbéliard ci tappiamo in stanza, perché fuori non si può stare (per quanto nella stanza la temperatura non sia da meno!). Dopo le sei andiamo a fare un giro per la città, ma siamo completamente rimbambite dal caldo. Ci fermiamo a bere qualcosa. Poi inizia la faticosa ricerca del ristorante che si concluderà con la scelta della Brasserie du Theatre, che in realtà è un ristorante curdo, dove mangiamo una buonissima grigliata mista di carne!
La nostra quinta e ultima tappa è un'andata e un ritorno, la cui destinazione è Belfort, per un totale anche in questo caso di circa 60 km. Dopo una notte di sofferenza per il caldo, partiamo alla buonora e arriviamo a Belfort prima delle 11. Visita alla città vecchia, il cui cuore è la Place des Armes; poi parcheggiamo le bici e saliamo alla cittadella per vedere il simbolo della città, il famoso e monumentale leone di Bartholdi (lo stesso scultore della statua della libertà). Dalla terrazza panoramica possiamo guardare l'intera città, nonché la parata militare che si svolge (non sappiamo per quale occasione) proprio sotto la cittadella. Pausa mangereccia per due quiches buonissime a un panificio molto gettonato e poi rientro alla base dopo pranzo, sotto la canicola, al punto che quando vediamo il cosiddetto point d'eau (una fontana che sta a pochi chilometri dall'arrivo a Montbéliard) ci fiondiamo e ci svuotiamo le borracce addosso. La nostra ultima cena chiude in un cerchio ideale la nostra vacanza, visto che mangiamo alla creperie Les Alizés, dove prendiamo due galettes buonissime (una con saucisse e cancoillotte e l'altra con prosciutto crudo, uovo, emmenthal e formaggio alla raclette) e due crepes-bombe (una con cioccolato, panna e rhum, l'altra con panna, mele caramellate, caramello fuso, gelato).
Il giorno dopo si torna a Digione in treno, dove facciamo un po' di shopping e compriamo gli ultimi regali e souvenir (peccato che anche questa volta non riusciamo a fare il nostro aperitivo al mercato che è chiuso!). La sera facciamo un lungo aperitivo-cena in un posto carino vicino il mercato che si chiama Cafè de l'industrie, e poi eccoci nella nostra cuccetta senza aria condizionata di ritorno in Italia.
Anche quest'anno purtroppo la nostra vacanza in bicicletta è finita! Ma la nostra mente va già ai weekend pedalanti del prossimo autunno!
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