Il profumo della cannella / Samar Yazbek; trad. di C. La Barbera. Roma: Castelvecchi, 2010.
Hanan è figlia di una ricca famiglia di Damasco.
Alia proviene da una poverissima famiglia del quartiere di Al-Raml, e ha alle spalle un'infanzia di brutture e violenze, fino al momento in cui viene venduta come serva presso il palazzo di Hanan e suo marito Anwar, un cugino molto più vecchio di lei che ha ripudiato la prima moglie.
In una società siriana in cui i rapporti tra uomini e donne sono caratterizzati dall'obbligo e dall'assenza di dolcezza e sentimento, le donne si costruiscono le proprie valvole di sfogo, l'intimità nella quale godere dei piaceri del corpo e della vita. E quasi sempre tutto ciò accade all'interno di consessi al femminile: Hanan, iniziata - fin dall'adolescenza - alla ricerca del piacere nella calda intimità degli hammam e poi sedotta dalla navigata e provocante Narek, sceglierà infine la serva Alia, ma lo sbilanciamento del loro rapporto sul piano sociale e fisico lo condannerà alla fine.
Attraverso una scrittura a mio avviso intensa, ma un po' semplificata, forse anche per effetto della difficile traduzione dall'arabo, la cui resa non sempre risulta adeguata, Samar Yazbek ci offre un ritratto interessante di un mondo i cui equilibri non sono certo facili da comprendere per chi non appartiene a quell'universo culturale.
Nel complesso un romanzo coraggioso, una finestra che quasi mai il mondo arabo è disponibile ad aprire su se stessa, che però, alla fine, resta un po' distante ed estraneo. Il profumo della cannella finisce per dissolversi rapidamente nell'aria, un po' come i vapori dell'hammam.
Voto: 2,5/5
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