Mi invitano all'ENSSIB (Ecole nationale supérieure des sciences de l'information et des bibliothèques) a tenere una lezione il 9 dicembre, durante il ponte dell'Immacolata (per chi fosse interessato qui è possibile vedere le slides e ascoltare la registrazione del mio intervento).
Mi accorgo che si tratta di un momento particolare per la città di Lyon già quando, a settembre, comincio a cercare una sistemazione alberghiera e sembra quasi impossibile trovare una camera nel centro e nella prima periferia della città.
Alla fine un colpo di fortuna mi garantisce un alloggio all'Hotel de la Loire, accanto a place Carnot, posizione strategica rispetto al trasporto urbano (metropolitana, tram e autobus), nonché 10 minuti a piedi da place Bellecour.
Capirò, arrivando a Lyon l'8 dicembre, che la città è letteralmente invasa da turisti provenienti da tutta la Francia e da molte altre nazioni, soprattutto la vicina Italia.
Mi spiegano che la Fête des lumières è nata in omaggio a Maria Immacolata e un tempo era una festa intima e suggestiva. Spente tutte le luci elettriche, la città si illuminava dei lumini che tutti gli abitanti posizionavano su balconi e finestre - e che ancora si vedono qua e là.
Oggi la festa è un evento di massa, una specie di "notte bianca", in cui a partire dalle sei del pomeriggio le numerose installazioni luminose che popolano non solo il centro, bensì anche quartieri meno centrali ma ugualmente significativi della città, si accendono e fanno bella mostra di sé per tutta la notte. Inizia così la transumanza di residenti e turisti allo scoperta delle opere luminose più belle, suggestive o mirabolanti.
Effettivamente, di tanto in tanto ci si imbatte in veri e propri ridisegni di sculture, monumenti e spazi per mezzo della luce, piccoli gioielli che sarebbe bello stare ad osservare a lungo, se non fosse che la folla preme alle spalle.
Lyon deve avere un feeling particolare con le luci e le immagini proiettate visto che è legata anche - come ho scoperto solo una volta arrivata - alla vicenda dei fratelli Lumière, gli inventori del cinematografo.
Di questa città colpisce soprattutto l'ospitalità, tanto che la sua stessa configurazione urbanistica, con la presqu'ile incuneata tra i fiumi Rhône e Saône, sembra fatta apposta per accogliere chiunque passi per questi luoghi.
Belle le viste della città dagli argini del fiume Saône, che permettono di godere appieno dello splendido scenario di colline e montagne, chiese gotiche, monasteri e insediamenti che degradano verso la pianura.
Bella anche la Vieux Lyon e la piccola scalata fino al monastero della Fourvière da dove si domina l'intera città.
Per il resto, la città è un alternarsi senza sosta di stradine e grandi piazze, di antico e moderno, di rustico ed elegante.
Il freddo non manca, ma i numerosi bouchons lyonnais (le antiche trattorie - sebbene non tutte originali - dove gli avventori dividono il tavolo con estranei e il menu prevede una serie di pietanze tipicamente lionesi) rappresentano un valido ristoro, e la loro cucina a base di uova, carne, lardo, patè e interiora costituisce un'arma efficace contro il freddo (nonostante qualche piccolo problema digestivo!).
Inoltre, durante i giorni della Fête des lumières ad ogni angolo di strada si può comprare un bicchiere di vin chaud ad uno dei numerosissimi banchetti disseminati per tutta la città.
I suggestivi e coloratissimi mercatini di Natale completano l'atmosfera magica e rilassante che in questi giorni si respira in città, nonostante le folle che l'attraversano.
Un suggerimento: andate a fare una passeggiata nella zona della Croix Rousse, quartiere dall'aspetto pochissimo metropolitano, bensì piuttosto popolare e - almeno in apparenza - genuino, dove la gente ha facce belle e sorridenti.
Una nota di merito per il sistema dei trasporti urbani che costerà pure un po' di più che nelle nostre città, ma funziona meravigliosamente e consente di arrivare praticamente ovunque con semplicità, anche per chi lionese non è.
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