Durante i miei anni bolognesi e tutte le volte che torno a Bologna per piacere o per lavoro la tappa da Nannucci è praticamente obbligata!
Si tratta di un negozio di musica dove si possono trovare cose che ormai nessuno importa e dove si possono soddisfare gran parte delle curiosità musicali grazie ad una selezione eccellente del catalogo proposto e ad un'altrettanto eccellente preparazione musicale dei commessi.
Sapere che questo negozio a metà aprile chiude, con grande disappunto del mondo dei blogger e mobilitazione dei gruppi di Facebook, mi mette tristezza ma mi suscita anche una serie di riflessioni.
Quasi inevitabilmente finisco per tirare in ballo il tema del mercato e della sua evoluzione nell'era di Internet, in particolare in alcuni settori come quello musicale.
Senza necessariamente addossare la colpa alla pirateria o a cose similari, credo sia sufficiente sottolineare che nel mercato della musica oggi si individuano due principali esigenze:
- quella che riguarda la musica a maggiore diffusione commerciale, la cosiddetta musica "popolare" o "di massa" (senza alcuna connotazione negativa);
- quella delle decine di migliaia di nicchie musicali che, come dice Chris Anderson, producono una coda di domanda e di offerta pressoché infinita.
Ora, alla prima esigenza rispondono egregiamente i negozi generalisti (ipermercati e grandi magazzini) e i megastore di libri e musica (genere Feltrinelli e Fnac). Chi cerca questo tipo di musica non ha bisogno di grande assistenza e magari cerca e compra musica mentre fa la spesa.
La seconda esigenza è praticamente impossibile da soddisfare appieno da parte di un negozio fisico e forse nemmeno da parte di una catena di negozi, perché il mercato è sterminato e le nicchie infinite.
Solo la rete è in grado di dare una risposta a questa straordinaria diversificazione della domanda, o grazie alle grandi librerie online (come Amazon) capaci di offrire tutti insieme i cataloghi di migliaia di rivenditori pubblici e privati, ovvero attraverso la distribuzione della musica direttamente online in formato digitale (come su iTunes).
Non che le nicchie prima non esistessero (non le ha certo inventate Internet), ma grazie alla rete esse hanno trovato una eccezionale possibilità di espressione e soddisfacimento. Tanto più che la rete ha consentito di mettere in contatto gli appartenenti alle nicchie anche più piccole localizzati in qualunque parte del mondo e ha reso economicamente sostenibile e addirittura proficuo rivolgersi anche a nicchie piccolissime.
Questo perché, come dice Anderson, "migliaia di nicchie piccolissime formano un mercato grande almeno quanto il mercato di massa".
Insomma, Nannucci è vittima dei limiti della fisicità, in un settore in cui la convergenza al digitale è al massimo grado, e dell'impossibilità di essere realmente competitiva rispetto all'offerta della rete.
Né spostarsi nel mainstream musicale le avrebbe giovato in quanto non avrebbe retto la concorrenza dei megastore.
Che dire? Il mondo cambia, a volte anche creando cesure brutali, e anche quello che pensavamo o speravamo immutabile può essere messo in discussione e non sopravvivere.
Bene? Male? Positivo? Negativo? Non saprei...
Non ne farei una questione morale; ne prendo semplicemente atto e - come dice Baricco nella saga su "I barbari" - tengo gli occhi ben aperti per cercare di salvare quello che vorrei portare con me nella società del futuro, ma non difendendola "dalla" mutazione, bensì accettandone la mutazione della forma e magari provando a preservarne i valori di fondo.
esatto! :-)
RispondiEliminaNasce da un articolo di Adrea Degidi la nuova canzone della band bolognese Le Fragole: "Un'epoca con Nannucci". I giovani componenti della band non potevano rimanere indifferenti, come tanti loro coetanei, alla triste notizia della chiusura del Music Store che a Bologna ha fatto storia. Dalle parole dell'articolo pubbicato sul blog The Music Box, prende vita un testo che racconta l'entusiasmo di quanti hanno trascorso ore agli scaffali e, grazie a Nannucci, hanno imparato ad ascoltare ogni genere di musica, incluso le rarità introvabili. Lo store ha segnato un'epoca e questa canzone è un'omaggio dal ritmo incalzante la cui melodia briosa, in stile Fragole, riporterà alla mente tutto il piacere delle ore trascorse da Nannucci e un pizzico di malinconia per i tempi che cambiano.
RispondiEliminaLo store chiuderà a metà aprile e, come confermano i commenti degli oltre 3000 iscritti ai vari gruppi formatisi sui Social Networks, questa chiusura è lo specchio della grave crisi che sta travolgendo la musica e non solo.
Le Fragole ringraziano il titolare Mario Nannucci e il giornalista Andrea Degidi per la cortese collaborazione.
Il brano è disponibile sul sito della band all'indirizzo www.myspace.com/lefragole dove presto sarà pubbicato anche il videoclip realizzato grazie alla collaborazione della Skipping Musez, etichetta indipendente di Giacomo Roversi e dell'Associazione Arcadia per la comunicazione web e la consulenza al video.
...Nannucci chiude un'epoca ed è proprio un dolore per i bolognesi e per i pellegrini di fuori città...
Ines Curzio