venerdì 6 giugno 2025

Karate. Monk, 8 maggio 2025

Dopo il lungo silenzio durato 17 anni, i Karate dal 2022 sono tornati a suonare insieme e anche a comporre musica come dimostra l’uscita alla fine del 2024 di un nuovo album dal titolo Make it fit, da me prontamente acquistato e anche discretamente ascoltato.

Da un po' di settimane il loro tour sta toccando diverse città italiane, e a Roma il Monk ha dovuto aggiungere nuove date perché ci sono stati diversi soldout.

Arrivo al concerto quando le porte sono già aperte e dunque mi posiziono al lato del palco, cosa che lì per lì mi infastidisce un po’ (sono abituata a stare in prima fila), ma poi si rivela un’ottima soluzione per seguire il concerto, fare le foto e osservare anche il pubblico.

Non starò qui a ripetere quanto già scritto per il concerto da me visto a Villa Ada nel 2022: i Karate sono una band di culto, e possono contare su un seguito di fan non solo appassionati della loro musica, ma profondi conoscitori della stessa. È vero che praticamente a tutti i concerti a cui vado ci sono persone capaci di cantare le canzoni insieme ai cantanti, cioè fan che conoscono tutto il repertorio dei loro musicisti preferiti, però devo dire che il trasporto e l’entusiasmo trasognato che vedo nel pubblico dei concerti dei Karate ha caratteristiche sue proprie.

I tre musicisti, il leader, nonché chitarrista e voce del gruppo, Geoff Farina, il bassista Jeff Goddard e il batterista Gavin McCarthy, salgono sul palco poco dopo le 22, e suonano di filato per oltre un’ora, senza troppe chiacchiere, bensì mettendo la musica al centro di tutto.

Trovate a questo link la setlist completa del concerto, su cui io vi so dire poco, considerata la mia conoscenza tutto sommato limitata della band.

Quello che invece posso sicuramente dire è che, trovandomi così vicina al palco in una posizione in cui potevo osservare molto bene tutti e tre i musicisti, ho potuto apprezzare al massimo grado le loro qualità di musicisti e la loro intesa, semplicemente perfetta, anche quando Geoff Farina chiama gli altri due con la sua chitarra alla ripetizione quasi ossessiva degli stessi accordi, introducendo piccole varianti e creando quasi un effetto di trance collettiva.

È chiaro che i Karate puntano tutto o quasi sugli arrangiamenti e sull’esecuzione dei pezzi cercando di far esprimere i loro strumenti al massimo livello possibile di perfezione musicale: sul piano vocale, Farina ha sempre preferito uno stile molto essenziale, quasi parlato, che tra l’altro dalla posizione in cui sono io non si sente nemmeno perfettamente.

Io sono catturata sia dai gesti assorti e concentrati di questi grandi musicisti – che attraverso il loro leader non smettono di ringraziare il pubblico del fatto di essere tornati a suonare dal vivo dopo tanti anni di assenza dalle scene – sia dal pubblico con le sue diverse anime, da chi si esalta soprattutto sui pezzi più ballabili a chi si fa invece conquistare dai pezzi più quieti e notturni.

Alla fine usciremo dalla sala concerti del Monk tutti soddisfatti, convinti di aver assistito a una eccellente performance musicale e di aver potuto vedere da vicino tre grandissimi musicisti.

Voto: 3,5/5

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