
Da un po' di settimane il loro tour sta toccando diverse città italiane, e a Roma il Monk ha dovuto aggiungere nuove date perché ci sono stati diversi soldout.
Arrivo al concerto quando le porte sono già aperte e dunque mi posiziono al lato del palco, cosa che lì per lì mi infastidisce un po’ (sono abituata a stare in prima fila), ma poi si rivela un’ottima soluzione per seguire il concerto, fare le foto e osservare anche il pubblico.

I tre musicisti, il leader, nonché chitarrista e voce del gruppo, Geoff Farina, il bassista Jeff Goddard e il batterista Gavin McCarthy, salgono sul palco poco dopo le 22, e suonano di filato per oltre un’ora, senza troppe chiacchiere, bensì mettendo la musica al centro di tutto.

Quello che invece posso sicuramente dire è che, trovandomi così vicina al palco in una posizione in cui potevo osservare molto bene tutti e tre i musicisti, ho potuto apprezzare al massimo grado le loro qualità di musicisti e la loro intesa, semplicemente perfetta, anche quando Geoff Farina chiama gli altri due con la sua chitarra alla ripetizione quasi ossessiva degli stessi accordi, introducendo piccole varianti e creando quasi un effetto di trance collettiva.

Io sono catturata sia dai gesti assorti e concentrati di questi grandi musicisti – che attraverso il loro leader non smettono di ringraziare il pubblico del fatto di essere tornati a suonare dal vivo dopo tanti anni di assenza dalle scene – sia dal pubblico con le sue diverse anime, da chi si esalta soprattutto sui pezzi più ballabili a chi si fa invece conquistare dai pezzi più quieti e notturni.
Alla fine usciremo dalla sala concerti del Monk tutti soddisfatti, convinti di aver assistito a una eccellente performance musicale e di aver potuto vedere da vicino tre grandissimi musicisti.
Voto: 3,5/5
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