domenica 11 maggio 2025

Maus. Racconto di un sopravvissuto / Art Spiegelman

Maus. Racconto di un sopravvissuto / Art Spiegelman. Torino: Einaudi, 2000.

Maus è l’acclamatissimo graphic novel che Art Spiegelman ha dedicato al racconto della vicenda di suo padre Vladek, ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento.

La narrazione si svolge su due piani temporali: il presente, ambientato in America, che vede Vladek ormai anziano e di non facile gestione e Art che ci deve fare i conti, sia come figlio che si prende cura del padre, sia come artista che ha bisogno di raccogliere informazioni sulla sua storia passata.

La scelta di fondo del fumettista, che spiega anche il titolo del graphic novel, è di rappresentare gli ebrei con volti di topi, e a cascata anche gli altri con fattezze animalesche: i nazisti come gatti, i polacchi come maiali, i francesi come rane, gli americani come cani.

Maus uscì inizialmente in due volumi, intitolati rispettivamente Mio padre sanguina storia e E qui sono cominciati i miei guai, che sono poi stati raccolti in un volume unico, come quello dell’edizione Einaudi che ho letto io.

La prima parte si concentra sul periodo antecedente alla guerra: inizia raccontando della visita di Vladek alla famiglia a Sosnowiec in Polonia, dell’incontro con la giovane Anja, del matrimonio con lei. Quando scoppia la guerra, inizia per Vladek e Anja una vita di espedienti e di nascondimenti, ed è solo grazie alla ricchezza familiare che i due riescono ancora a sopravvivere.

Nella seconda parte, dopo che Vladek e Anja hanno tentato di fuggire in Ungheria per scampare alla persecuzione nazista, traditi dagli stessi che hanno pagato per attraversare la frontiera, finiscono ad Auschwitz, dove vengono separati e affrontano l’orrore della vita nel campo di concentramento, tentando in ogni modo di sfuggire ai forni crematori.

Sopravviveranno entrambi, ma gli orrori vissuti, le persone morte, tra cui il loro primo figlio, lasceranno un segno indelebile sulle loro vite, tanto che molto più avanti Anja morirà suicida (vicenda questa raccontata sempre da Spiegelman in un altro graphic novel a limitatissima diffusione, alcune pagine del quale vengono riproposte in Maus, quando il padre ne scopre l’esistenza).

La forza del fumetto di Spiegelman sta nella profonda sincerità che attraversa le sue pagine: Art non nasconde niente delle fatiche del rapporto col padre, taccagno in modo quasi patologico e sempre più burbero a causa dell’età che avanza, né si sottrae all’esposizione dei propri stessi sentimenti, non facili, a fronte della storia dei suoi genitori e della morte di un fratello che non ha mai conosciuto. La stessa sincerità attraversa il racconto dell’esperienza di Vladek prima e durante la guerra, e proprio grazie a questa sincerità emerge con grande forza la disperata lotta per la sopravvivenza di cui è stato protagonista suo padre, che alla fine si è salvato anche perché ha saputo ben giocarsi le sue carte ma anche e soprattutto perché è stato più fortunato di altri.

È vero che ormai della persecuzione degli ebrei sappiamo moltissimo e l’Olocausto è stato raccontato in tanti modi diversi, e in molti casi con grandissima efficacia, ma non c’è dubbio che l’opera di Spiegelman si colloca tra gli esempi più luminosi e meglio riusciti all’interno dell’ampio catalogo di questo tipo di narrazioni.

Da non perdere.

Voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!