Roberto Zucco è l'ultima pièce teatrale scritta da Bernard-Marie Koltès prima della sua prematura morte. È ispirata alla storia di Roberto Succo, un giovane che, tra la fine degli anni Settanta e gli Ottanta, prima uccise i genitori, poi fu arrestato ma riuscì ad evadere rifugiandosi in Francia, dove ammazzò almeno altre cinque persone. Dopo un nuovo arresto e un nuovo tentativo di fuga, finì suicida in carcere.
Alla vicenda di Succo è dedicato anche un film di qualche anno fa di Cédric Kahn.
Koltès costruisce un'opera teatrale la cui drammaturgia si presta a un'interpretazione dal sapore cinematografico: si tratta infatti di 15 quadri che cominciano con la prima fuga dal carcere e terminano con il secondo tentativo di evasione, in un andamento chiaramente circolare.
Nel mezzo procedono in parallelo la vicenda delle peregrinazioni di Zucco in Italia e poi in Francia, costellate dalle sue bravate e dai suoi omicidi, e la storia di una giovanissima che si innamora di lui e che cerca di sfuggire alla sua famiglia disfunzionale (un padre violento, una madre sottomessa, una sorella zitella e un fratello che da controllore si trasforma in sfruttatore).
Sul palco ogni quadro è delineato mediante pochi elementi di scenografia identificativi dei singoli ambienti e, al termine di ogni scena, gli stessi attori spostano questi elementi allestendo la scena successiva.
Ho apprezzato molto la regia e la messa in scena, che ho trovato visivamente affascinante, così come ho trovato molto convincente Valentino Mannias, l'interprete del protagonista, inquietante al punto giusto e capace di trasmettere chiaramente il senso di disagio mentale e di pazzia che caratterizza il personaggio.
Lo spettacolo ha molti interpreti e molte voci, e direi anche molti registri diversi, che vanno dal drammatico al grottesco (come del resto è abbastanza tipico dell'opera di Koltès). Devo dire che non tutto mi ha convinto, e non saprei dire se dipenda dal testo di Koltès oppure dalla recitazione - invero un po' straniante - di alcuni attori, o da alcune scelte di regia.
Lo spettacolo si fa seguire con interesse, ma mi è rimasto un po' estraneo cosicché, a parte il senso di disagio veicolato dai personaggi principali, non mi sono portata a casa grandi emozioni e riflessioni.
Voto: 3/5
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