Andrea Di Stefano è un attore e regista italiano che da ormai molti anni si muove all’interno di un contesto cinematografico internazionale. Non a caso il suo primo lungometraggio da regista è stato il film dedicato alla figura del narcotrafficante Pablo Escobar, interpretato da Benicio Del Toro.
Con questo secondo film Di Stefano torna pienamente al contesto italiano con un poliziesco ambientato nel sottobosco milanese della criminalità organizzata, nella quale convergono mafia cinese, ‘ndrangheta e settori corrotti delle forze dell’ordine.
Il protagonista del racconto è Franco Amore (un ormai onnipresente Pierfrancesco Favino), un tenente della polizia che è alle soglie della pensione (anticipata!) per la quale sta preparando il discorso di saluto da fare ai colleghi. Lo incontriamo mentre torna da una corsetta e la sua giovane compagna (la brava Linda Caridi) e un gruppo di amici lo attendono in casa per una festa a sorpresa. Ma questo è quasi l’epilogo della narrazione. Scopriremo infatti nel corso del film cosa è successo ad Amore negli ultimi 10 giorni e come il suo destino potrebbe cambiare.
Trattandosi di un film che fa dell’intreccio e della suspence i suoi punti di forza non è giusto rivelare nient’altro della trama del film, lasciando agli spettatori il piacere della scoperta.
Quello che invece certamente si può dire è che Andrea Di Stefano si muove con grande agio e padronanza negli stilemi del genere poliziesco, richiamando a più riprese alcuni capisaldi degli anni Settanta, ma al contempo adottando uno stile di regia moderno e di grande impatto visivo.
Sul piano narrativo, pur essendo evidente che in fase di scrittura c’è stato un grande lavoro di documentazione per comprendere al meglio il mondo della criminalità organizzata, in particolare nei suoi contatti con le forze dell’ordine, non tutto mi è sembrato pienamente credibile, e forse alcune scelte sono state dettate più da esigenze formali, estetiche e di intreccio che dalla stretta ricerca del realismo descrittivo, cosa che evidentemente non è una esigenza imprescindibile di un film.
A conti fatti, pur avendo visto gradevolmente il film, non posso che confermare che si tratta di un genere lontano dai miei gusti e che non riesco davvero ad apprezzare fino in fondo, sebbene il piano sequenza iniziale sui lunghi titoli di testa - con le immagini notturne di Milano realizzate da un drone che attraversa le varie zone della città fino ad avvicinarsi a un palazzo e a una grande vetrata illuminata dove sono in corso i preparativi per la festa a sorpresa - vale da sola l’intero film e riesce nel compito non semplice di dare a un film come questo un respiro fortemente internazionale.
Del resto anche i temi trattati – il confine tra bene e male, l’amicizia e la colleganza, il concetto di onestà, e molti altri – pur declinati nello specifico contesto prescelto sono certamente temi universali che possono travalicare i confini nazionali ed essere apprezzati da un pubblico non italiano, a cui probabilmente questo film in parte si rivolge già nelle intenzioni.
Voto: 3/5
Sempre generosa coi voti, considerando che non è un film nelle tue corde, 😀
RispondiEliminaPiccolo film che ho voluto vedere principalmente per il regista avendo visto ormai secoli fa Escobar che mi piacque e di cui ricordo ancora il giovane attore. Amore, protagonista un Favino che più o meno recita sempre Favino è un film al quale ho voluto bene, proprio in virtù di quello che descrivi, per un cast all'altezza e una storia che mi ha tenuta interessata fino alla fine e mi ha fatto uscire con gli occhi lucidi. In questo periodo ho la lacrima facile, ma anche la retorica spesso riesce nell'intento....poi all'uscita ho incontrato altri 'frignoni', è stato commovente sentire le persone tributare tanto affetto a Favino e al film, questa è una cosa che mi è capitato raramente all'uscita di sala. Sono convinta che lui sappia che il pubblico lo ama.
Subito poco dopo mi è capitato di vedere 'L'innocente ' di Garrel, hanno qualcosa in comune questi due film, anche questo è un gioiellino, sarà che di Garrel mi piace sia la scrittura che i suoi film.
La sequenza iniziale è meravigliosa. Hai ragione, da sola vale il prezzo del biglietto.
RispondiEliminaPiccola precisazione: non è stata ripresa da un drone bensì da un elicottero con un cameraman.
Favino è venuto a presentare il film in persona nel cinema con cui collaboro e ci ha tenuto a precisarlo: è davvero una scena a effetto!