L'epoca delle grandi mostre con i capolavori degli artisti più famosi sembra sia ormai finita a causa dei costi proibitivi delle assicurazioni e di tutta una serie di altre concause. E - man mano che ci penso e vedo le mostre che via via vengono organizzate - penso che non tutto il male viene per nuocere.
Questo perché le minori disponibilità aguzzano l'ingegno e per di più portano nei musei e nelle gallerie opere che difficilmente avremmo potuto vedere in circostanze diverse.
La mostra attualmente in corso a Roma a Palazzo Bonaparte - nel panorama delle mostre di questi anni - in fondo si può considerare un grande evento, però a guardarla più attentamente capiamo che anch'essa non può essere ascritta alla categoria delle grandi mostre, perché in questo percorso dedicato a Van Gogh, pur essendoci tantissime sue opere, non c'è praticamente nessuno dei suoi capolavori più famosi. Ma forse proprio per questo la mostra è di grandissimo interesse.
La selezione che popola le sale di Palazzo Bonaparte proviene dalla collezione del Kröller-Müller Museum, un museo statale dei Paesi Bassi, collocato all'interno del parco nazionale De Hoge Veluwe. Il Kröller-Müller è un museo nato dalla passione e dalla tenacia inscalfibile di Helene Kröller-Müller, una collezionista d'arte, figlia di un industriale, che fu tra le prime a riconoscere la grandezza di Van Gogh acquistandone numerose opere e che alla fine della sua vita decise di lasciare tutta la collezione ai Paesi Bassi.
Personalmente non conoscevo il Museo né la sua "fondatrice", che un video posto all'inizio del percorso della mostra aiuta invece a inquadrare e a conoscere, insieme alla prima sala in cui sono esposte alcune opere - di altri autori - provenienti dallo stesso museo.
La collezione di opere di Van Gogh posseduta dal museo è talmente ampia che portando in mostra una parte della stessa si ha la possibilità di percorrere l'intera carriera e produzione artistica del pittore olandese, dagli anni olandesi caratterizzati da temi più sociali e colori più scuri, fino ad arrivare agli anni francesi, con l'uso della pennellata e dei colori che più attribuiamo a Van Gogh. Quello della mostra è un percorso non solo nell'evoluzione artistica, ma anche nella vita tormentata del pittore, rispetto alla quale la mostra offre alcuni focus su alcuni momenti e relazioni: il legame con il fratello Theo, la relazione finita in tragedia con la prostituta Sien, l'amicizia tormentata con Gauguin, la vicinanza al medico Gachet.
Ogni sala presenta inoltre pannelli "interattivi" per approfondire alcuni aspetti della pittura di Van Gogh, alcuni dei quali interessanti, altri invero un pochino deludenti.
Verso la fine del percorso c'è una sala in cui si è immersi nelle proiezioni della notte stellata, ma non è certo la cosa più bella della mostra e mi è sembrata più una concessione all'ormai necessaria componente pop di qualunque proposta culturale che un vero valore aggiunto.
Il percorso espositivo è comunque nel complesso ben organizzato, suggestivamente immerso in un buio all'interno del quale solo i quadri e i disegni dell'artista sono illuminati, e tutti i suoi elementi sono ben descritti e contestualizzati, anche grazie all'audioguida. Nonostante l'ingresso per fasce orarie e l'acquisto anticipato dei biglietti, c'è un po' di fila da fare e all'interno delle sale c'è parecchia gente, però nel complesso si riesce a godere adeguatamente dell'esperienza e a entrare in contatto con lo spirito più vero di quest'uomo geniale, tormentato e sfortunato.
Voto: 3,5/5
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