Ti amo / Hanne Ørstavik; trad. di Ingrid Basso. Milano: Ponte alle Grazie, 2021.
Hanne Ørstavik è una scrittrice norvegese venuta a vivere in Italia per stare insieme all'uomo con cui aveva costruito una storia d'amore e che poi sarebbe diventato suo marito, Luigi Spagnol.
In questo breve scritto la Ørstavik ci racconta l'esperienza dolorosa e intraducibile rappresentata dallo stare insieme a un uomo che scopre di aver un cancro allo stato terminale e di stare per morire.
Ti amo è l'espressione che Hanne e Luigi si scambiano frequentemente, racchiudendo al suo interno tutto quello che non sono capaci di dirsi, né di dire a sé stessi. Luigi evita in ogni modo il discorso della morte, o forse davvero cerca di non pensarci o non ci pensa, ma la morte è una presenza costante cui Hanne non riesce a sottrarsi e che si infila rapidamente in ogni meandro della loro esistenza.
Cosa vuol dire stare con un uomo che non riesce più a fare tutto quello che ha sempre amato, che sta perdendo rapidamente quell'energia vitale che è stata il collante della coppia? Cosa vuol dire continuare ad amare quest'uomo, attenuando anche la propria di energia vitale per poter essere al passo con lui e non lasciarlo indietro?
Sono domande che Hanne si fa e che forse non hanno risposte univoche, o forse che è la vita stessa con la sua potenza ad imporre anche contro la nostra volontà.
Personalmente ho sentito sotto la pelle la sofferenza della scrittrice, i suoi sensi di colpa, il suo amore e la lotta quotidiana per mantenersi in piedi, e inevitabilmente sono uscita da questa lettura provata e con un peso sul cuore di cui ho fatto fatica a liberarmi nei giorni seguenti.
Non so se questo libro per la Ørstavik sia stato una ineludibile necessità da scrittrice che non ha altro che la scrittura e le parole per affrontare le cose troppo grandi oppure una specie di calvario parallelo a quello di Luigi, cui si è voluta volontariamente sottoporre per sentirsi più vicina a lui e anche per dare un senso a quanto le è successo.
Una lettura dolorosa e non facile, da non affrontare a cuor leggero come ho fatto io.
Un appunto finale: qualche refuso di troppo in un libro come questo mi ha generato un pochino di fastidio.
Voto: 3,5/5
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