lunedì 4 aprile 2022

Il male non esiste

Il male non esiste
è un film in quattro episodi (ciascuno con un proprio titolo) ambientati nell'Iran dei giorni nostri.

Nel primo episodio condividiamo 24 ore della vita di Heshmat (Ehsan Mirhosseini), da quando esce dal lavoro a quando vi rientra per il turno notturno, seguendolo in tutte le attività che si svolgono al di fuori di esso: la spesa con la moglie, il ruolo di padre, l'accudimento della madre anziana, la cena con la famiglia, il rapporto con la moglie. Nel secondo episodio, c'è un giovane militare di leva, Pouya (Kaveh Ahangar), che è purtroppo stato assegnato alla sezione della caserma che si occupa delle esecuzioni delle pene capitali e cerca il modo di sottrarsi a questo compito. Nel terzo episodio, Javad (Mohammad Valizadegan) - in licenza dal servizio militare - va a trovare la sua fidanzata nel giorno del suo compleanno per farle la sua dichiarazione d'amore, ma scoprirà qualcosa che cambierà il corso degli eventi. Infine, nel quarto episodio Bahram (Mohammad Seddighi Mehr) e sua moglie accolgono la nipote che è venuta a trovarli per la prima volta in Iran dal paese (europeo?) nel quale vive. Ma molte verità verranno alla luce.

Mohammad Rasoulof dimostra grande coraggio nell'affrontare un tema politicamente molto scomodo nel suo paese, ovvero quello delle esecuzioni capitali (che in Iran avvengono per impiccagione) o - per essere più precisi - quello delle implicazioni etiche e psicologiche per coloro i quali sono chiamati a eseguire materialmente queste condanne.

Da un punto di vista formale, il film dimostra la capacità del regista di padroneggiare registri e stili diversi: i quattro episodi - pur essendo accomunati dalla tematica affrontata - si presentano piuttosto diversi sul piano narrativo: si va dal racconto quotidiano con colpo di scena finale del primo, al quasi film d'azione del secondo, alla storia d'amore del terzo, infine alla storia familiare del quarto. Anche le ambientazioni sono parecchio diverse (le strade cittadine, gli angusti corridoi delle prigioni, i boschi, il deserto e le montagne), nonché le età e le provenienze dei protagonisti. Come a dire che questo della pena di morte è un tema che tocca trasversalmente tutti, in alcuni casi come parte di una quotidianità, in altri casi come evento traumatico e imprevisto.

È evidente che il film di Rasoulof si rivolge a un pubblico internazionale, dal momento che mette in bocca ai personaggi una serie di informazioni che per gli iraniani sono probabilmente scontate, mentre è essenziale che gli spettatori al di fuori dell'Iran le conoscano per poter correttamente interpretare gli eventi e farsi un'idea dei condizionamenti morali, materiali e psicologici che uno stato illiberale può esercitare sugli individui. Al contempo Rasoulof, soprattutto nei momenti topici di ciascun episodio, riesce a essere altamente evocativo e a suggerire piuttosto che spiegare necessariamente tutto, lasciando allo spettatore il compito di riempire i vuoti o di dare un senso - anche personale - agli eventi.

La bellezza de Il male non esiste è la scelta del regista di evitare semplificazioni e giudizi sugli individui, ferma restando la condanna di uno stato che mette le persone nelle condizioni di diventare eroi e di rinunciare alla propria vita per poter scegliere di rimanere fedeli alle proprie convinzioni, ovvero di eseguire gli ordini per poter andare avanti. In qualità di spettatori non è difficile immedesimarsi nei sentimenti contraddittori che animano i protagonisti, né è difficile comprendere visioni e letture opposte delle stesse situazioni. E più volte ci si ferma a pensare e a chiedersi cosa avremmo fatto in quelle stesse situazioni.

Voto: 4/5


2 commenti:

  1. Tra i pochi devo dire film interessanti visti quest'anno, insieme a "One second" di Zhang Yimou altra perla.
    Un film di cui ho voluto sapere poco e questo è stato un valore aggiunto. Un film che ti chiedi come abbia fatto il regista a dirigere da casa perché spesso ai domiciliari non riuscendo mai a ritirare i premi che i suoi film di volta in volta raccolgono.
    Un film girato molto bene e le poche imperfezioni o la prevedibilità di alcuni episodi non inficiano un film che racconta e spesso ti tiene sull'orlo della poltrona con un'ansia e una tensione quasi da thriller.
    Un film da vedere sul grande schermo per la fotografia, i paesaggi che ti sovrastano.
    È un film che non dimentichi il giorno dopo ma ti resta in testa e ti chiedi veramente cosa avresti fatto tu, quanto grande è il prezzo pagato per andare contro una legge che è contro il tuo sentire e contro ogni tuo principio. Film non per tutti che dovrebbero vedere tutti.

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    1. "Film non per tutti che dovrebbero vedere tutti" mi pare la chiosa più giusta di qualunque discorso riguardi questo film.

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