Per la prima parte del post si veda qui.
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Inferno. Scuderie del Quirinale
La mostra Inferno alle Scuderie del Quirinale l'avevo un po' sottovalutata. In realtà me ne avevano parlato bene in molti ma io non ero particolarmente attirata. Ci vado perché S. vuole vederla e mi aggrego.
In realtà si tratta di una mostra estremamente originale, non incentrata su un artista, o un periodo, o uno stile, bensì su un tema che è appunto quello dell'inferno. Le origini del concetto, la sua concezione, la rappresentazione, la sua struttura, i suoi abitanti, il diavolo, i peccatori, la visione dantesca, e le molteplici letture che le varie arti ne hanno dato, dalla pittura alla scultura, dal cinema al teatro delle marionette, fino ad arrivare all'inferno in terra, la follia, le fabbriche e soprattutto la guerra con i suoi orrori. Questa discesa agli inferi termina come il viaggio di Dante, ossia con l'uscita "a riveder le stelle".
A settecento anni dalla morte di Dante, un viaggio emozionante meravigliosamente curato da Jean Clair e splendidamente ospitato dalle sale delle Scuderie del Quirinale. Consigliata.
Voto: 4/5
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Jacques Henri Lartigue. L'invenzione della felicità. Fotografie. WeGil
Delle mostre di fotografie attualmente in corso a Roma mi mancava solo questa dedicata a Jacques Henri Lartigue, un fotografo francese che non conoscevo. Per la mia esperienza, la WeGil non brilla per la qualità degli allestimenti, fors'anche per lo spazio a disposizione che non è particolarmente grande né flessibile, però gli si deve riconoscere il merito di portare a Roma mostre di grande interesse.
L'invenzione della felicità, mostra curata da Marion Perceval e Charles-Antoine Revol, rispettivamente direttrice e project manager della Donation Jacques Henri Lartigue, e da Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci, è una retrospettiva sul fotografo francese composta da 120 immagini, di cui una parte significativa inedite.
Si va dai primi scatti del giovanissimo Jacques, fatti intorno ai 10 anni quando il padre gli regalò la prima macchina fotografica, per arrivare al momento d'auge della sua carriera quando il fotografo fu tardivamente scoperto come narratore per immagini della Belle Epoque, fino agli ultimi decenni della sua carriera nei quali nuove strade fotografiche si affiancano allo stile e alle passioni fotografiche iniziali di Lartigue.
Personalmente ho trovato sorprendenti soprattutto le foto fatte nei primi decenni, quelle fatte per diletto e riscoperte solo molto più avanti, che mostrano un fotografo con il gusto dell'osservazione e il desiderio di cercare e fermare nel tempo e nella memoria bellezza e gioia. Caratteristica che poi resta nella sua attività fotografica successiva, persino nelle fotografie fatte su commissione.
Una mostra che sul piano dell'allestimento e dell'apparato paratestuale ho trovato non eccelsa, ma che mi ha fatto scoprire un fotografo molto interessante.
Voto: 3/5
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Klimt. La Secessione e l'Italia. Museo di Roma, Palazzo Braschi
Il giro delle mostre romane si completa con la visita a quella dedicata a Klimt e al rapporto degli artisti della Secessione viennese con l'Italia.
La mostra, a cura di Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali, e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna, ospita oltre 200 opere, tra cui numerose di Gustav Klimt, ma anche molte degli altri artisti, pittori, scultori e designer, che parteciparono al movimento secessionista, nonché opere di artisti italiani influenzati da Klimt e dal suo movimento artistico.
Tra le chicche della mostra la possibilità di vedere a colori tre opere di Klimt andate perse e note solo attraverso foto in bianco e nero (quelle da lui realizzate per rappresentare la Filosofia, la Giurisprudenza e la Medicina), il tutto grazie a un lavoro di ricerca realizzato anche con l'aiuto dell'intelligenza artificiale. Inoltre un'intera sala ricostruisce il fregio di 34 metri di lunghezza realizzato da Klimt come omaggio alla Nona sinfonia di Beethoven nell'ambito della XIV mostra dei Secessionisti.
Oltre a numerosissimi disegni preparatori, in mostra è anche possibile ammirare alcune tra le opere più importanti e interessanti di Klimt come Giuditta, Ritratto di signora e La Sposa.
E con questa mostra piena di colori e di informazioni si conclude questo mio tour natalizio nei musei della città. Nonostante tutto, a volte benedico di vivere a Roma, dove davvero c'è sempre qualcosa da fare.
Voto: 3,5/5
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