La Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica è gremita di pubblico per la due giorni (1 e 2 novembre) di anteprima nazionale del nuovo spettacolo di Ascanio Celestini, Museo Pasolini, nell'ambito del RomaEuropa Festival.
Dopo questa anteprima Celestini porterà il suo testo in giro per l'Italia, e tornerà a Roma in primavera al teatro Vittoria.
Museo Pasolini si presenta come una specie di visita guidata in un immaginario museo dedicato al poeta, visita durante la quale la guida, che è ovviamente lo stesso Celestini, non solo si sofferma sui momenti più significativi della vita di Pasolini, ma utilizza la vicenda dell'intellettuale come una traccia per raccontare una storia più ampia, quella dei molteplici se non innumerevoli modi in cui l'anticomunismo si è incarnato e manifestato nella storia italiana.
Tutto questo raccontato alla maniera di Celestini, in una cavalcata narrativa senza interruzione durante la quale lo spettatore è sommerso da un profluvio di parole, di immagini, di aneddoti che si intrecciano inestricabilmente, e che non sempre si comprendono immediatamente, ma che a poco a poco trovano una composizione e un ordine.
Dietro il teatro di parola di Celestini c'è con ogni evidenza uno straordinario e immane lavoro di ricerca, perché quello che l'attore ci racconta è frutto dello studio di un'ampia documentazione, nonché della raccolta di testimonianze di varia provenienza. Tutto questo materiale viene però trasformato da Celestini in storytelling della miglior specie, racconto mirabolante il cui obiettivo non è però quello di colpire lo spettatore per manipolarlo, bensì quello di agganciarlo a sé e tenere desta l'attenzione su contenuti importanti e che diversamente potrebbero risultare indigesti per una parte considerevole del pubblico.
Dentro i racconti di Celestini ci sono i fatti della Storia con la S maiuscola raccontati dal punto di vista dei suoi protagonisti o dei suoi comprimari, ma anche dal punto di vista della gente comune e degli emarginati; in generale c'è tutta un'umanità varia e disordinata che, attraverso la sua voce, si rincorre e si sovrappone, cercando il proprio posto nel mondo.
A volte da spettatori ci si perde nelle maglie della narrazione, ma Celestini riesce sempre a riacchiapparti per portarti dove vuole lui.
Alla fine sappiamo molte cose in più, ma ci siamo anche emozionati. E chissà, forse è questo il modo, per arrivare davvero al cuore delle cose.
Voto: 3,5/5
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