La ragazza nello schermo / Manon Desveaux; Lou Lubie. Roma: ComicOut, 2019.
Coline è una illustratrice e sta faticosamente portando avanti il progetto di pubblicare un libro per bambini, mentre vive a Perigaux, in Francia, in una dependance della casa dei nonni.
Marley vive invece a Montreal, in Quebec, con il suo fidanzato Vincent. Ha una passione per la fotografia, ma in realtà sbarca il lunario facendo la cameriera in un locale.
Un giorno Coline, facendo delle ricerche su Internet, si imbatte per caso nelle foto di Marley e ne rimane affascinata; le scrive (in realtà inizialmente pensa che si tratti di "un" fotografo) per chiedere se può utilizzare le sue foto come basi de suoi schizzi per il libro.
Da qui inizia un’amicizia a distanza, che – nonostante le difficoltà del fuso orario – cresce e diventa sempre più profonda. Coline e Marley rivelano l’una all’altra le proprie debolezze, i propri sogni e le proprie frustrazioni, e in un confronto aperto e affettuoso ciascuna di loro comincia a guardare alla propria vita e alle proprie scelte con occhi diversi. Fino a quando, grazie al viaggio estivo di Marley per andare a trovare i suoi genitori in Francia, le due ragazze si incontrano e trascorrono giorni perfetti insieme, scoprendo che il sentimento che le unisce va al di là di una semplice amicizia.
Tornate ognuna alla propria vita quotidiana, le attenderanno dei grossi cambiamenti e delle decisioni importanti per il proprio futuro.
Il graphic novel di Manon Desveaux e Lou Lubie è letteralmente realizzato a quattro mani. Infatti, come ci viene spiegato meglio nelle pagine finali, La ragazza nello schermo è il risultato di un progetto di produzione condivisa di un fumetto che ha visto le due autrici lavorare autonomamente, ciascuna sul proprio personaggio: la Desveaux su Coline e la Lubie su Marley. La storia dal punto di vista di Coline si sviluppa sulle pagine di sinistra ed è completamente in bianco e nero, mentre quella dal punto di vista di Marley occupa le pagine di destra dell’albo ed è completamente a colori. Cosicché il lettore si troverà davanti due pagine, una di fronte all’altra, realizzate separatamente, ma incredibilmente integrate e complementari. Quando poi le due protagoniste si incontrano, i loro due mondi si mescolano e anche la realizzazione delle tavole ha dovuto seguire un procedimento diverso, che anche in questo caso è stato equamente suddiviso tra le due illustratrici.
Il risultato è un fumetto molto bello esteticamente, capace di suscitare l’attenzione e l’interesse del lettore nel seguire questo ping pong tra i mondi delle due protagoniste e delle due autrici. La Desveaux e la Lubie dimostrano però non solo perizia nei disegni e nella costruzione delle tavole, bensì anche nella narrazione: il fumetto, infatti, pur non raccontando una storia particolarmente originale, lo fa in maniera delicata, sincera e commovente risucchiando il lettore nel mondo di queste due ragazze che, separate da un oceano, inseguono entrambe i propri sogni e scoprono la complessità dei sentimenti.
Dopo un periodo di “stanca” verso il mondo dei graphic novel, e la sensazione di una certa ripetitività, La ragazza nello schermo mi ha riconciliata con il genere e mi ha fatto tornare la voglia di leggere cose nuove.
Post pubblicato in occasione della Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia 2020.
Voto: 4/5
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