Corpi sonori / Julie Maroh. Modena: Panini, 2017.
"Questo libro è ambientato a Montreal, città multipla. Tutto inizia il primo luglio, perché il primo luglio tutto cambia a Montreal: è la giornata dei traslochi. La gente carica e scarica oggetti, mobili, le emozioni risuonano vivaci. Speranze, nostalgie, paure, dubbi, desideri... In questo caos organizzato e sotto un calore intenso, ciascuno offre e scambia, sui prati, sulle strade, i resti della vita precedente per riprendere il cammino verso una nuova vita a venire".
Così si conclude l'introduzione che Julie Maroh (l'autrice dell'albo Le bleu est une couleur chaude, da cui il regista Abdellatif Kechiche ha tratto il film La vita di Adéle) fa precedere al suo nuovo graphic novel Corpi sonori, pubblicato in Italia da Panini.
Quello che Julie Maroh ci racconta sono frammenti di storie (d'amore, di sesso, di desiderio, di incontro e, più in generale, di vita) in cui il fil rouge è la costante consapevolezza che niente è uguale a nient'altro e che niente rimane sempre uguale a se stesso, in una moderna rilettura del classico pantha rei.
Rispetto alla propria vita sentimentale intesa in senso ampio, secondo l'autrice, non esiste una strada valida e percorribile per tutti. Esistono tante strade possibili e queste possibilità sono destinate a funzionare per alcuni e non per altri, ovvero per un periodo di tempo e non per sempre.
Il messaggio della Maroh - pur passando per il canale delle vite individuali - è un messaggio eminentemente politico: ognuno ha il diritto di seguire la propria strada sentimentale e di cambiarla se lo ritiene necessario, che ciascuno ha diritto di essere felice o di provare a esserlo a modo suo, purché questo passi per il rispetto delle scelte e della volontà altrui.
Ma quello di Julie Maroh è anche un tentativo - direi riuscito - di demistificare l'amore, la coppia, il sesso, mostrandone il lato incerto, confuso, umano, le tappe quasi obbligate, e mettendo in evidenza la "banalità quotidiana" di qualunque scelta si faccia, nonché l'aleatorietà di qualunque condizione sentimentale.
Rispetto a Le blue est une couleur chaude, questo albo soffre di una certa frammentarietà narrativa e dell'ermeticità di alcune storie, quasi solo accennate, cose che si contrappongono alla narrazione di ampio respiro dell'albo più famoso. Resta però la capacità di rappresentare - anche con soluzioni grafiche interessanti - le emozioni dei personaggi e la loro freschezza che ce li fa sentire quasi amici, quasi familiari, quasi appartenenti al nostro mondo quotidiano, anche se provengono da una realtà lontana e rappresentano un contesto sociale molto differente da quello nel quale viviamo.
Voto: 3,5/5
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!