Avevo già ascoltato e apprezzato Fink dal vivo qualche anno fa a Villa Ada. Non posso dunque perdere il ritorno dell'artista inglese (per essere precisa della Cornovaglia) sulle scene romane per presentare il suo ultimo lavoro, Resurgam.
Non tutto mi piace della musica che fa Fink, ma trovo alcuni pezzi di grande impatto e più in generale apprezzo la qualità umana e musicale di questo artista e della sua band.
Come sempre Fink si presenta sul palco con l'immancabile berretto, accompagnato dalle sue chitarre e dai suoi musicisti, un bassista e due polistrumentisti, tra cui il suo fido accompagnatore Tim Thornton. Quest'ultimo canta, suona la batteria e la chitarra, l'altro si muove agilmente tra le tastiere e la chitarra.
Lo stesso Fink che per gran parte si esibisce come chitarrista ci offre però anche qualche esibizione alle tastiere.
La band ci regala quasi due ore densissime di musica, senza mai risparmiarsi. Fink poi è uno schivo gentleman inglese, che tra una canzone e l'altra al massimo ci dice qualche grazie con un sorriso dolcissimo.
La cosa forse più interessante della serata, oltre a un repertorio che spazia attraverso le sonorità (e che come dice la mia amica F. ricorda a tratti importanti musicisti degli anni Novanta ma contiene all'interno anche componenti più antiche e nello stesso tempo modernissime), è il pubblico, composto di persone dalle età più varie, che vanno dai giovani fino a gente parecchio avanti negli anni. A testimonianza di una musica che evidentemente è davvero fuori dal tempo ed è in grado di parlare a persone diverse ed età diverse.
Bel concerto e bella serata.
Voto: 3,5/5
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