Misdirection / Lucia Biagi. Torino: Eris, 2017.
Ormai si è capito: i graphic novel sono il regno dei romanzi di formazione, delle storie di adolescenti, delle esperienze che permettono il passaggio alla vita adulta. E questo è un po' un limite del mezzo, perché a volte produce il rischio della ripetitività, però è anche una sua grande ricchezza perché il graphic novel rappresenta in qualche modo l'anello di congiunzione tra la letteratura per ragazzi e quella per adulti, avvicinando e mescolando due pubblici diversi.
Il lavoro di Lucia Biagi si inserisce perfettamente in questo filone. Misdirection racconta un'estate dell'adolescenza di Federica (che è in montagna con i nonni in attesa dell'arrivo dei genitori), o meglio alcuni giorni, quelli che seguono un'uscita in discoteca con l'amica più grande, Noemi, e la successiva sparizione di quest'ultima.
Federica comincia - anche facendosi aiutare da un amico - a cercare Noemi, e gestisce l'angoscia crescente per la situazione affidando i suoi pensieri al diario vocale che tiene e ai disegni che ritaglia e che monta in forma di stopmotion.
Man mano che si inoltrerà nella vita di Noemi, nelle parole degli altri emergeranno sfaccettature diverse dell'amica e Federica comprenderà che Noemi ama la libertà e per prendersela corre rischi anche elevati.
All'interno di tavole integralmente virate in verde e viola, assistiamo alla crescita di Federica dall'ingenuità del suo essere bambina alla consapevolezza della complessità del mondo e delle relazioni nelle quali siamo immersi.
L'esito di questo percorso non potrà che essere un ritorno a se stessa, perché crescere significa fondamentalmente capire e accettare che ognuno è responsabile della propria vita e libero - entro i limiti che ha l'esistenza umana - di farne quello che decide, che non possiamo salvare nessuno se non noi stessi, nella misura in cui impariamo ad ascoltare quello che sentiamo e proviamo a comprendere quello che desideriamo.
Voto: 3,5/5
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