Fuggire: memorie di un ostaggio / Guy Delisle; trad. di Giovanni Zucca. Milano: Rizzoli Lizard, 2017.
Guy Delisle è uno dei miei disegnatori di fumetti preferiti, soprattutto per quanto attiene al genere del graphic journalism, e non solo.
In questo caso Delisle ci racconta circa tre mesi di prigionia di Cristophe, un francese alla sua prima missione con Medici senza frontiere, preso in ostaggio in Cecenia il 1 luglio del 1997.
Dal momento in cui apriamo l'albo sappiamo che Christophe si è salvato, visto che ci viene detto subito che queste pagine sono il racconto a fumetti nato dall'intervista in cui Christophe ha ricostruito quei lunghissimi giorni.
In pratica, ci troviamo di fronte a un poderoso (anche in termini dimensionali) fumetto in cui - tranne che nelle prime pagine e nell'ultima parte - non succede praticamente nulla. La parte iniziale racconta le circostanze del rapimento e l'ultima parte il modo in cui Christophe si è salvato.
Per il resto, c'è un uomo che per più di due mesi è rimasto in una stanza vuota ammanettato a un termosifone, con le pause per la colazione, il pranzo, la cena, i bisogni fisiologici come unici diversivi di giornate sempre uguali a se stesse.
Eppure Delisle riesce in un'impresa impossibile: tenerci incollati alla pagina in uno stato di condivisione emotiva sempre più forte con quest'uomo che oscilla tra momenti di speranza e di disperazione, tra improbabili piani di fuga e tentativi di non impazzire cercando di non perdere il conto dei giorni e raccontandosi mentalmente le battaglie famose, di cui è appassionato.
Il Christophe protagonista di questo albo - come forse noterà chi ha letto i precedenti graphic novel dell'autore - ha qualcosa di Delisle, nell'essere un uomo mite e inerme, dotato di una grande ironia ed autoironia, nonché di una curiosità e di una forza di volontà, che saranno la sua salvezza. Una specie di antieroe con cui - pur nella non sovrapponibilità delle esperienze - è impossibile non identificarsi.
Non si può non riconoscersi nelle paure e negli slanci di Christophe, nel suo spaesamento di fronte a una situazione assolutamente surreale, eppure purtroppo più che reale, nonché non provare sotto la pelle i suoi stati d'animo altalenanti.
Con questo albo Delisle da un lato ci consente di conoscere una vicenda forse poco conosciuta e lo fa dall'interno e con un linguaggio accessibile a tutti, dall'altro conferma ancora una volta le sue straordinarie qualità narrative e di disegno e lo fa con una sfida difficile e decisamente diversa dai suoi lavori precedenti.
Uno dei più grandi fumettisti contemporanei, secondo me.
Voto: 4/5
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