La casa / Paco Roca. Latina: Tunué, 2016.
Era da tanto che aspettavo il nuovo graphic novel di Paco Roca, il disegnatore spagnolo che mi aveva fatto piangere con Rughe, ridere con Memorie di un uomo in pigiama, e appassionare con I solchi del destino.
Rispetto al panorama dei fumettisti contemporanei, Paco Roca dimostra una straordinaria versatilità nel cimentarsi nel fumetto sociale, di indagine, letterario e autobiografico, e questo secondo me già la dice lunga sulle qualità dell'autore. È chiaro che non tutto gli riesce perfettamente e certe cose sono decisamente più nelle sue corde, ma il risultato è sempre apprezzabile.
Con La casa l'autore torna al fumetto quasi autobiografico. In questo graphic novel dal formato orizzontale e con la copertina rigida, si racconta la storia di un luogo, una casa di vacanza, che - alla morte del padre, che ci si era trasferito a vivere quando era rimasto vedovo - i tre figli intendono vendere.
Prima di venderla però è necessario constatarne lo stato e fare qualche lavoro per facilitare l'operazione. Così in tre momenti successivi - e senza inizialmente incontrarsi - arrivano il fratello più giovane, ossia lo scrittore che è andato ad abitare lontano, il fratello maggiore con famiglia e figli, la sorella di mezzo con il marito e la figlia piccolissima.
In questa casa, ciascuno di loro, che ormai ha preso la propria strada e in qualche modo le distanze da quello che la casa ha rappresentato nelle loro vite, troverà non solo tanti ricordi e tanti pezzetti della propria storia, ma anche tanti significati perduranti.
Quando poi si incontreranno tutti e tre insieme in questi spazi sarà inevitabile un confronto tra di loro e con la loro storia familiare, e una presa di coscienza dei significati di alcuni momenti che hanno cambiato le scelte personali e non solo.
La cosa più magica di questo fumetto non è però l'interazione delle persone tra di loro e con la casa, quanto il protagonismo stesso dei luoghi, il modo in cui, attraverso questi spazi, passato e presente dialogano e sono gli spazi stessi a parlare al lettore e a prendere vita.
Questa magia Paco Roca la realizza con un sapiente uso delle tavole e dei colori, che rompono gli schemi tradizionali e intersecano passato e presente, flashback e contemporaneità, invitando gli occhi del lettore a un viaggio nel tempo, che è una specie di dichiarazione d'amore e di inno al valore della memoria e della storia, e all'importanza delle nostre origini e di chi ci ha accompagnato e che è parte di quello che siamo.
Siamo quello che diventiamo anche attraverso dolorose prese di distanza che servono a trovare noi stessi, ma siamo anche quello da cui veniamo e che abbiamo attraversato. Ed è la somma di queste due cose che fa la nostra identità e ricchezza.
Voto: 3,5/5
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