Ok, è arrivato proprio il momento di parlare di Villa Moltini, la casa-vacanze, agriturismo o come dir si voglia che il mio amico olandese M. ha preso in gestione, ristrutturato e aperto al pubblico qualche anno fa.
In realtà ci ero già stata circa un anno fa, ma questa volta la permanenza per ben quattro giorni ci ha consentito di godere a pieno di questo bellissimo posto.
Venerdì sera io e C. arriviamo dai due poli opposti dell’Italia convergendo sulla “metropoli” di Cupra Marittima. C. si è ricordata troppo tardi di fare il biglietto del treno e non ha trovato posto, così ha dovuto ripiegare su Bla Bla Car, che comunque si è rivelata un’ottima soluzione. Io arrivo invece in corriera direttamente da Roma con la comodissima linea Roma-Marche.
A Cupra, M. ci fa trovare la macchina, un Fiorino, in stazione, perché lui è a fare scorta di prosecco nel trevigiano.
Prima di andare verso Villa Moltini mangiamo un antipasto e un primo di pesce all’Osteria del Pescatore, poi seguendo le indicazioni che ci ha dato M. imbocchiamo la strada verso l’agriturismo e – anche aiutati da Google Maps – arriviamo a destinazione. M. ci ha riservato il grande appartamento del piano terra, dove brilla una stella di Natale accesa.
Il giorno seguente, dopo colazione, andiamo prima a Offida, paese del tombolo e del vino pecorino, e qui facciamo una seconda colazione e una passeggiata nel centro storico, senza farci mancare una visita all’Enoteca regionale che ci consente di farci un’idea dei vini del territorio.
Da Offida andiamo poi verso Ascoli Piceno, il cui centro storico ci affascina e per le cui stradine, piazze, chiostri, ci perdiamo volentieri. Dopo una breve sosta al Caffè Meletti che sembra uscito – anche con i suoi avventori – direttamente dai primi del Novecento, visto che è ora di pranzo cogliamo il suggerimento di M. e andiamo alla gastronomia Migliori, dove, dopo un certo numero di frittini e olive ascolane buonissime, non ci facciamo mancare delle costolette di agnello, nonché qualche buon bicchiere di rosso piceno. Torniamo poi verso il mare per fare un po’ di spesa e una passeggiata sul lungomare di San Benedetto del Tronto, non quello del molo di cemento, bensì quello dei bagni. Sta piovigginando e la spiaggia è abitata solo da qualche isolato gabbiano, ma è molto affascinante.
Intanto M. ci fa sapere che è tornato a casa, così ci dirigiamo anche noi verso Villa Moltini, dove ci accoglie una festante Tara, il bellissimo border collie di M.
Andiamo a visitare l’ecolodge dove M. vive e che lui stesso ha fatto realizzare nella proprietà dove si trova Villa Moltini, una casetta di circa 28 mq, che però ha tutto l’essenziale per viverci ed è perfettamente integrata nel contesto (tutta in legno e con il tetto giardino).
Beviamo la prima bottiglia di prosecco di questa tre giorni e poi M. dice di volerci portare a cena in una pizzeria napoletana a Ortezzano, Mamma Rosa, il cui pizzaiolo ha vinto il campionato mondiale della pizza. C’è un po’ da attendere ma lo facciamo volentieri anche perché ci aspetta una pizza napoletana veramente strepitosa e, prima, la cameriera ci ha anche portato dei pezzi di pasta di pizza fritti che sono buonissimi.
Andiamo a dormire felici.
L’indomani andiamo a fare una passeggiata a piedi a Carassai, il paesino che sta poco più in alto di Villa Moltini e ha un piccolo ma grazioso centro storico. Al ritorno sono attesa in cucina per preparare la pasta con i ceci neri con cui inizierà il nostro pranzo domenicale che vede ospiti anche due amici di M. La pasta e ceci trova l’apprezzamento di tutti; seguono del radicchio trevigiano con lo speck al forno e delle patate e peperoni al forno. Infine la torta di mele preparata dalla nostra ospite.
Dopo le chiacchiere decidiamo di andare a fare una passeggiata, prima per vedere il campo che M. sta per comprare in zona, poi per portare Tara a sfogarsi in spiaggia, dove la vedremo sfrecciare dentro e fuori dall’acqua per quasi un’ora.
La sera abbiamo solo la forza di un micropasto, un filmetto, e poi a nanna.
Il giorno dopo ci svegliamo in mezzo a una nuvola oltre la quale si vede il sole e l’atmosfera è immediatamente magica.
La mattina passa ancora una volta tra colline, campagne e paesini (ad esempio Petritoli) e quando torniamo a casa siamo pronti per il barbecue. Fuori fa freddo ma noi facciamo finta che sia luglio mentre grigliamo braciole e costine di maiale e prepariamo una grossa insalata con il cavolo cappuccio rosso dell’orto. Ed è subito festa.
Man mano che scende il buio sale una nebbia pazzesca, ma decidiamo lo stesso di andare prima a fare un giro a Ripatransone poi a fare visita alla cantina dell’azienda agricola Le Caniette, dove il proprietario ci fa assaggiare tutti i loro vini e ci racconta la filosofia che governa il loro modo di lavorare. Non possiamo andare via senza una cassa da sei bottiglie di vino.
Arrivati a casa prepariamo insieme a M. una tarte tatin che diventerà la nostra cena e colazione per l’indomani mattina.
Il giorno dopo, il sole ha lasciato il posto a una fitta nebbia e al cielo griglio, ma io e C. decidiamo lo stesso di fare una passeggiata a piedi in Val Menocchia. Imbocchiamo la stradina di campagna che ci porta di là del Menocchia e attraversiamo campagne e casette fino al punto in cui vediamo Villa Moltini dall’altra parte della valle, quindi torniamo indietro sazie di vedute e foto.
Oggi a pranzo ci aspetta “La bionda”, un posto assolutamente da locali a Pedaso, dove si mangia soprattutto pesce e la bionda non è decisamente come ve l’aspettate. Prendiamo un abbondante sauté di cozze e poi spaghetti allo scoglio e alle vongole, buonissimi!
Dopo aver accompagnato C. alla stazione di Pedaso, non può mancare per me, M. e Tara la passeggiata sulla spiaggia di Grottammare. Io e M. parliamo così fittamente che sto quasi per perdere la mia corriera, che alla fine prendo al volo da Grottammare anziché da Cupra.
Eccomi di nuovo nella città rutilante di luci e di vita, che oggi – e almeno per un po’ – mi fanno venire tanta nostalgia del silenzio e del cielo stellato di villa Moltini.
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