Mumin e i briganti / Tove Jansson. Bologna: Black Velvet editrice, 2010.
Chi sono i Mumin? Sono dei troll tenerissimi e totalmente folli che assomigliano a degli ippopotami e che abitano in qualche sperduto posto della Finlandia, la nazione da dove arriva la loro creatrice Tove Jansson, la quale prima aveva dedicato a questi buffi personaggi dei racconti e romanzi e poi ne ha fatto anche una serie a fumetti (Se volete ascoltare la lettura del racconto "L'ultimo drago" o volete farlo ascoltare ai vostri bambini, eccolo su Soundcloud).
Per me erano totalmente sconosciuti prima che qualcuno mi mettesse tra le mani questo albo pubblicato da Black Velvet.
Nell'albo sono contenute quattro storie: Mumin e i briganti; La famiglia di Mumin; Mumin in vacanza; Mumin e l'isola deserta. Una più stralunata ed esilarante dell'altra.
Nella prima il troll Mumin (protagonista assoluto di queste storie), dopo aver perso la casa, viene coinvolto dall'amico Sniff in una serie di tentativi - più o meno assurdi - di fare soldi. In questo episodio, Mumin conosce Grugnina, che diventerà la sua fidanzata. Nel secondo racconto Mumin ritrova la sua famiglia, papà e mamma Mumin, di cui aveva perso traccia da tempo, e introduce alla sua famiglia la fidanzata Grugnina e i suoi amici. Nel terzo episodio la famiglia Mumin parte per una vacanza in un albergo di lusso, senza sapere di dover avere i soldi per pagare i servizi; avventure e disavventure, nuovi e vecchi incontri metteranno a repentaglio gli equilibri della famiglia fino al rincuorante happy end. Nell'ultima storia i Mumin partono con la loro barchetta verso un'isola deserta, dove li attendono pirati e pericoli che ancora una volta - nella loro totale naiveté - riusciranno in qualche modo a superare.
Ogni personaggio delle storie dei Mumin è chiaramente caratterizzato e la cosa più divertente è che - a differenza di quanto accade in altre storie per bambini - tali personaggi hanno caratteristiche e comportamenti in cui la linea di confine tra bello e brutto, positivo e negativo, giusto e sbagliato, simpatico e antipatico è molto sottile. I Mumin sono abbastanza politicamente scorretti: papà Mumin è uno che ama l'avventura e che dà la sensazione che la vita familiare lo annoi veramente moltissimo; per questo trascina la sua famiglia in avventure e situazioni improbabili mettendone a rischio persino la vita. Mamma Mumin è paziente e dedita alla casa; asseconda suo marito in qualunque buffa e assurda impresa perché sa che lo deve lasciar fare e che prima o poi si ritorna alla normalità. Grugnina è vanitosa e amante dei gioielli e dei vestiti, e in nome di questi sarebbe disposta a tradire persino il povero Mumin.
E poi c'è appunto Mumin, disorientato in questo mondo di mezzi matti, quando invece lui vorrebbe solo essere amato e la sua filosofia di vita si riassume nella frase: "Io voglio solo vivere in pace, piantare patate e sognare!". Ma poi, alla fine, si ritrova travolto nella baraonda della vita e nell'inquietudine degli altri, e forse rinuncia alla pace della solitudine in cambio del bisogno - universale - di appartenere e partecipare.
Per la serie: andare a dormire con un sorriso tenero e un po' stupido sulle labbra.
Voto: 4/5
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