Questa per me non è un'estate particolarmente fortunata. E non è un caso che io sia arrivata al 18 luglio senza aver partecipato praticamente ad alcun evento dell'estate romana.
Non potevo però lasciar passare l'estate senza essermi nemmeno affacciata alla manifestazione "Villa Ada incontra il mondo" che è uno degli appuntamenti estivi che amo di più, oltre ad essere vicinissimo a casa mia.
E così propongo a C. di andare a sentire i Nouvelle Vague. A dire la verità era stata proprio C. a farmeli conoscere, quando tempo fa avevo copiato un po' della musica presente sul suo computer e proprio per questo ho pensato che poteva essere interessante ascoltarli dal vivo.
Peraltro, quando sono arrivata a Villa Ada non sapevo neppure quale formazione prevedesse il gruppo (ho scoperto poi che la composizione è in continua evoluzione) e ricordavo pochissime canzoni. E lì per lì quando i Nouvelle Vague sono saliti sul palco sono rimasta colpita dall'età media - non certo giovanissima - dei componenti della band, che mi ha anche chiarito il motivo della composizione anagrafica del pubblico, numerosissimo, arrivato ad ascoltarli.
Le due cantanti - scopro dopo che si tratta di Liset Alea e Mélanie Pain - sono entrambe carismatiche nella loro diversità. Mélanie sembra uscita direttamente da un film muto salvo per il colore quasi fucsia del suo vestito ed esce certamente fuori di più alla distanza; Liset ha una gonnellina cortissima che fa svolazzare durante tutto il concerto e con i suoi balli sensuali e trascinanti conquista l'intero pubblico. Intorno hanno un chitarrista (Olivier Libaux), un tastierista (Marc Collin) - entrambi storici musicisti del gruppo -, un batterista e un bassista.
L'inizio del concerto mi produce la sensazione di una specie di tuffo in un mondo musicale lontano e l'effetto è un po' straniante e quasi anacronistico, fors'anche perché non conosco la maggior parte delle loro canzoni, tranne alcune delle cover tra cui Just can't get enough e Guns of Brixton.
Man mano però che il concerto va avanti e le canzoni si susseguono io - come del resto la gran parte del pubblico - mi faccio conquistare dall'universo musicale dei Nouvelle Vague e da quel loro improbabile, ma riuscito tentativo di reinterpretare la new wave in chiave Bossa Nova.
Così, giunti all'ultimo brano, il pubblico chiede a gran voce un primo e un secondo ritorno sul palco della band che chiude con una versione acustica e trascinante di In a manner.
Quella in compagnia dei Nouvelle Vague è stata veramente una piacevole serata.
Voto: 3/5
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