sabato 12 ottobre 2013
Magna... Grecia
Il titolo di questo post vuole riassumere in qualche modo le diverse sfaccettature delle mie vacanze estive, visto che i fili conduttori sono stati la Grecia, la Magna Grecia e il cibo :-))
Il tempo già trascorso e l’autunno già avviato rendono purtroppo il ricordo dell’estate un po’ sbiadito, però non voglio rinunciare per lo meno a proporvi piccoli flash delle vacanze.
La prima tappa è stata anche quest’anno la Grecia e, visto che l’anno scorso la scelta ci aveva soddisfatto enormemente, eccoci di nuovo alle Diapontie, tre piccole isole a nord di Corfù.
Memori dell’esperienza dello scorso anno, abbiamo completamente ignorato Corfù, e la nostra permanenza nelle diverse isole è stata direttamente proporzionale al grado di silenzio, di tranquillità e di assenza di turisti di ciascuna. Ecco perché il numero maggiore di giorni lo abbiamo trascorso a Mathraki, la meno attrezzata delle tre, ma anche quella che garantisce il maggiore distacco dalla civiltà. E non ce ne siamo pentite.
Per fortuna, dall’anno scorso a quest’anno poco è cambiato: c’è sempre la taverna di Kostas, sempre la taverna con camere di Yannis dall’altra parte dell’isola e il nostro spartanissimo appartamento con vista mare. Con sorpresa e con grandi aspettative abbiamo subito visitato l’unica novità: un minimarket e una taverna gestita dai greci-americani lì dove l’anno scorso c’era un locale abbandonato. Non pensate a chissà che, ma almeno si è trattato di una gradevole alternativa nelle nostre pigrissime serate sull’isola.
Quest’anno inoltre – approfittando del maggior tempo a disposizione e anche delle maggiori energie – abbiamo fatto parecchie passeggiate e girato l’isola in lungo e in largo, cosa che ci ha permesso non solo di tornare a vedere il porto di Fiki, ma anche di scoprire che esiste un altro porto attivo dalla parte opposta a quella dove arriva il traghetto, che c’è un villaggetto al centro dell’isola dove ci sono parecchie case ma non moltissime tracce di vita, che basta stare più di tre-quattro giorni (ed essere un po' socievoli) per cominciare a sentirsi parte della comunità isolana.
Dopo una brevissima tappa a Othoni (giusto il tempo di un bagno e di un freddo caffè al bar dove l’avevamo preso lo scorso anno), puntiamo a Erikoussa. Il traghettino Alexandros fa un po’ fatica ad arrivarci perché c’è il mare grosso e io mi prendo un grosso spavento, ma appena metto piede sull’isola dimentico tutto. Anche a Erikoussa più o meno tutto è rimasto come l’anno scorso, salvo una grossa casa (di italiani) che è stata costruita quasi sulla spiaggia deturpando un po’ il paesaggio.
Anche qui quest’anno ci sentiamo come se fossimo a casa e così, tra mangiate di pesce al ristorante Anemomilos, passeggiate nell’isola, costruzione di tepee sulla spiaggia e pomeriggi solitari a Bragini, i giorni passano veloci ed è già ora di ritornare.
Ci aspetta una breve tappa pugliese e poi una gita alla scoperta di due aree della Basilicata. La prima è Matera, che - pur essendo a poca distanza dal posto dove sono nata e ho vissuto per 18 anni - non avevo mai visto. Che ve lo dico a fare? Mi è piaciuta moltissimo. E alla bella esperienza ha contribuito la scelta del b&b gestito da un amico di un mio amico, che è tutto un programma fin dal nome, L’abbabbio nei sassi. Il b&b si trova nel sasso barisano ed è una tipica casa materana con terrazzino con vita sul sasso; e Sergio, il suo gestore, è molto simpatico, ci fa anche una visita guidata della città e ci suggerisce anche un ottimo posto per mangiare la sera. Insomma, tutto perfetto.
Da qui ci spostiamo ancora più a sud, verso il Parco del Pollino. Qui abbiamo scelto come base il Rifugio Acquafredda, che si trova nei pressi di San Costantino Albanese. Il posto è stato da poco ristrutturato (peccato che c’è l’ascensore, ma non le scale e quando l’ascensore si è rotto, abbiamo dovuto passare un intero pomeriggio al ristorante in attesa che arrivassero i tecnici per risalire in stanza!). Enzo e la moglie, che gestiscono il posto, sono carini e soprattutto sul piano della cucina non ci fanno mancare veramente niente: ci innamoriamo dei cruschi (i peperoni seccati e poi passati nell’olio bollente per essere poi gustati croccanti), ma non sono da meno la pasta fatta in casa, i salumi, i rosoli, le marmellate… Un po’ di cose le porteremo a casa.
Perché non pensiate che abbiamo solo mangiato, aggiungo che abbiamo anche fatto lunghe passeggiate, sfidando una specie di invasione di tafani, per godere della vista della valle dal belvedere e per arrivare alla Fonte Catusa, una sorgente naturale immersa nei boschi, dove però il giorno che ci andiamo non c’è l’atmosfera di pace e di silenzio che ci aspettiamo perché si tiene la festa della montagna e gli abitanti dei paesi intorno si sono ritrovati tutti lì. Durante la passeggiata, tre vecchietti, seduti a un punto di ristoro di ritorno dalla raccolta del finocchietto selvatico sulle montagne, ci invitano a mangiare con loro il pane con la ciambottella, il salame piccante, i pomodori e a bere il vino del contadino. Non ci faremo mancare neppure le foto ricordo.
Promosso anche il Parco del Pollino.
Che dirvi? Sarà che le vacanze sono sempre belle, sarà la compagnia, sarà che ho imparato a scegliere meglio e forse anche ad apprezzare di più, ma ultimamente il grado di soddisfazione è sempre particolarmente elevato.
E per fortuna!
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