mercoledì 31 luglio 2013
La Slovenia in bicicletta - Seconda parte
Il giorno seguente (dopo le prime tappe già raccontate) potremmo rimanere a poltrire, visto che è una delle opzioni possibili... ma decidiamo di fare il tour circolare della zona per tenerci in allenamento. Anche questa tappa ci regala salite e discese, però i paesaggi e le campagne che ci circondano ci ripagano degli sforzi. La sera visita guidata alle cantine di Teran dei proprietari dell'agriturismo e alle stanze usate per la stagionatura dei prosciutti. E qui mi toccherà pure fare da traduttrice dall'italiano del proprietario all'inglese a vantaggio delle due coppie ospiti nell'agriturismo (gli scozzesi soliti e due americani). Ne otterrò in cambio una bottiglia di vino Teran dolce al momento della partenza! ;-)
Dopo aver lasciato a malincuore il nostro bellissimo agriturismo (dove praticamente siamo riuscite a fare solo una merenda all'aperto perché il pomeriggio è quasi sempre arrivata puntuale la pioggia), si pare alla volta di Lipica e Divača. A Lipica non possiamo non visitare le scuderie dei famosi cavalli lipizzani, i bellissimi cavalli bianchi utilizzati in passato per la guerra, oggi soprattutto per spettacoli equestri. Scopro che esiste un ramo dei lipizzani che si chiama Conversano (perché i cavalli furono importati nel mio paese nel tardo Medioevo sotto gli Acquaviva d'Aragona) e che i lipizzani nascono scuri, ma poi il loro pelo diventa bianco. Faccio amicizia con questi cavalli che mi leccano le mani e si vede che hanno un rapporto con l'uomo che dura da secoli.
A Divača facciamo una passeggiata del paese (piccolissimo ma molto carino) e ci prepariamo per la nostra ultima tappa.
Per l'ultimo giorno abbiamo diverse opzioni per arrivare a Capodistria. Possiamo passare per l'interno della Slovenia, oppure passare per l'Italia tagliando verso la costa prima di arrivare a Trieste, oppure visitando la città. Scegliamo la seconda opzione perché siamo curiose di sperimentare il tratto lungo la costa (basta colline!). In realtà il primo tratto si rivela abbastanza impegnativo, anche perché è su strade abbastanza trafficate, poi - dopo aver attraversato un paio di volte il confine italiano e quello sloveno - scendiamo a capofitto verso la costa. Sosta a Muggia (molto carina!) e poi fino a Capodistria dove siamo all'hotel Koper sul lungomare.
Con rammarico lasciamo le biciclette. Per fortuna ci attende un weekend con amici al mare istriano. La sera andiamo a bere un bicchiere di grappa alle prugne in una divertente enoteca nel centro di Capodistria (Koper in sloveno) e poi saremo trascinati ad un concerto di musica jazz al centro di cultura italiano. Il giorno dopo siamo a Strunjan con la sua riserva naturale (dove potremo godere di un bel mare e di una giornata rilassante) e la sera a mangiare alla gostilna Galeb (tutto buonissimo, carne e pesce) a Piran (questi nomi di città slovene non si sa mai se scriverli e pronunciarli alla slovena o all'italiana!). Portorose fa molto anni '80, pieno di palazzoni e di casinò, Koper invece rivela un centro storico molto bello che giriamo in lungo e in largo tanto che saliamo anche sulla torre del duomo per godere del panorama. Non ci faremo neppure mancare un bagno nella spiaggia cittadina, che produce un effetto straniante, visto che sullo sfondo c'è il porto con le grandi navi e le grandi gru per caricare le merci.
La Slovenia mi lascia un ricordo positivo: un posto molto verde ed accogliente, dove per una volta non siamo noi a doverci preoccupare di parlare l'inglese per farci capire, ma sono gli sloveni a parlare con noi in italiano. Vuoi mettere? ;-)
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