giovedì 6 giugno 2013
Genesi. Fotografie di Sebastião Salgado.
Ancora una bellissima mostra di fotografia a Roma. Questa volta si tratta della raccolta di oltre 200 foto di Sebastião Salgado, intitolata Genesi, che è attualmente in corso al nuovo spazio espositivo dell’Ara Pacis.
Quella di Salgado è una mostra militante, in quanto il grande fotografo brasiliano ha voluto fare - con le sue fotografie - una specie di dichiarazione d’amore alla nostra madre terra e con questa dichiarazione richiamare l’attenzione di tutti sullo scempio della sua bellezza che gli uomini stanno perpetrando ormai da troppo tempo.
Salgado è anche impegnato in prima persona nella salvaguardia del patrimonio naturalistico, visto che la sua fondazione ha finanziato la riforestazione di un’area brasiliana della foresta amazzonica che stava scomparendo.
Le oltre 200 foto in mostra sono il risultato di anni di lavoro e di viaggio che hanno portato il fotografo negli angoli più sperduti e isolati del pianeta alla ricerca di quella natura selvaggia che ci possa in qualche modo ricordare cosa doveva essere la terra prima che gli uomini la popolassero massicciamente e la deturpassero in maniera così significativa. Suo oggetto di interesse sono primariamente la fauna, la flora e i paesaggi unici che caratterizzano questi luoghi, ma non mancano anche tentativi di documentare quelle realtà umane tribali che vivono completamente distaccate dalla civiltà e dunque ancora in sintonia con il mondo circostante e le risorse che questo offre.
La struttura della mostra è molto semplice e perfettamente identificabile. L’organizzazione delle foto è infatti di tipo geografico, accorpando aree in qualche modo coerenti dal punto di vista naturalistico e culturale. Ciascun gruppo di foto occupa una o più pareti dello spazio espositivo riconoscibili da un colore, di modo che non si confondano o sovrappongano fotografie appartenenti a gruppi differenti.
Le foto sono tutte in bianco e nero e tutte di una bellezza mozzafiato. Certo i soggetti aiutano, ma la vocazione profondamente estetica e le straordinarie qualità tecniche di un fotografo raffinato come Salgado fanno il resto.
Se volete gustarvi la mostra e guardarla senza fare corse mettete in conto circa un paio d’ore perché le fotografie sono veramente tante e le didascalie meritano la lettura per acquisire informazioni geografiche e documentarie necessarie per interpretare quello che si sta guardando.
Ne uscirete soddisfatti e con gli occhi pieni di immagini memorabili.
Bonus: a differenza che in altri musei e spazi espositivi (vedi il MAXXI e il Palazzo delle Esposizioni) all’Ara Pacis è possibile fare fotografie all’interno della mostra purché senza flash. E questa è una cosa cui in Italia non siamo abituati.
Voto: 3,5/5
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