La cena / Herman Koch; trad. di Giorgio Testa. Vicenza: Neri Pozza, 2010.
Eccolo, il libro più famoso di Herman Koch, quello con cui ha conquistato il pubblico internazionale.
Lo stile narrativo di Koch mi aveva già convinta con la lettura di Villetta con piscina, ma devo dire che ne La cena trova la sua massima espressione.
La capacità di Koch consiste nel rivelare il disegno pezzetto dopo pezzetto, scegliendo un filo conduttore (che in questo caso è appunto una cena) e aprendo su di esso una serie di parentesi (flashback e pensieri del protagonista) che via via illuminano parti diverse del disegno fino a permetterci di vederlo integralmente con chiarezza.
Come in Villetta con piscina la storia è narrata in prima persona dal protagonista, Paul Lohman, sposato con Claire, fratello del più famoso Serge (candidato alle elezioni per la carica di primo ministro), con un figlio adolescente di nome Michel.
A differenza dell'altro romanzo, qui il percorso di conoscenza del protagonista ci mette di fronte prima a un marito affettuoso e un padre preoccupato per suo figlio, per poi rivelarci le pieghe più oscure e moralmente controverse della sua personalità.
E attraverso i pensieri di Paul è filtrata anche la nostra conoscenza degli altri protagonisti, la moglie Claire, il fratello Serge e la cognata. Questa conoscenza filtrata sarà poi inevitabilmente messa a confronto con i fatti, che delle persone riveleranno aspetti diversi e non sempre prevedibili, in positivo e in negativo.
I quattro si incontrano a cena per parlare di come comportarsi di fronte a quello che i loro figli, Michel e Rick, hanno fatto a una senzatetto mentre andavano a ritirare dei soldi a un bancomat.
Per certi versi si tratta dell'elevazione a potenza di quanto narrato in Carnage, anche se in questo caso oggetto dell'escalation emotiva non sono tanto i rapporti tra gli adulti e le loro dinamiche di coppia disfunzionali, quanto la difesa dell'integrità della famiglia e del presunto bene dei figli, fino al punto di negare i principi dell'etica e del senso civico.
Come in Villetta con piscina ne viene fuori un'immagine della società olandese molto meno edulcorata e desiderabile di quella a cui siamo abituati, l'immagine di una società che sotto la superficie dell'efficienza, della tolleranza, del benessere diffuso cova sentimenti molto meno nobili.
Una classe politica presentata come indecente, uno strisciante razzismo, le disuguaglianze sociali, l'ipocrisia ci si rivelano come tratti caratteristici di una realtà dalla quale non ce li aspetteremmo. E in un certo senso noi, come Paul, un po' ne godiamo.
La totale mancanza di fiducia nei confronti di un sistema giudiziario e di uno stato sociale che per molte altre nazioni rappresentano un modello cui aspirare giustifica un cinismo, una violenza privata, una giustizia autogestita che fanno tremare i polsi.
Voto: 4/5
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!