mercoledì 2 luglio 2025

Christopher Owens. Unplugged in Monti, Teatro Basilica, 7 giugno 2025

La mia conoscenza di Christopher Owens è piuttosto recente: nel mio periodico girovagare tra le recensioni di dischi avevo letto molto bene del suo ultimo album da solista, I wanna run barefoot through your hair uscito a distanza di molti anni dal precedente e inserito nelle classifiche delle migliori uscite del 2024.

Avevo dunque subito acquistato il disco su bandcamp, come faccio sempre, e lo avevo iniziato ad ascoltare. A differenza di altre cose comprate e abbandonate quasi immediatamente, il disco di Owens mi ha lasciato qualcosa e dunque l’ho ascoltato più e più volte apprezzandolo molto.

Quando ho visto comparire il suo nome nella programmazione di Unplugged in Monti ne sono stata dunque molto contenta e mi sono fiondata a comprare i biglietti. E poi nel corso del tempo ho proposto a diverse persone di venire con me al concerto. Alla fine in cinque abbiamo vissuto questa esperienza abbastanza surreale.

Christopher Owens è arrivato sul palco con un completo chiaro con camicia di lino e pantaloncini corti, scarpe da ginnastica con carrarmato e calzette da ragazzino, occhiali da sole e la frangia dei capelli completamente calata sugli occhi.

Ha iniziato ad armeggiare con la sua strumentazione musicale e poi è partito con una lunga intro strumentale alla chitarra, prima di iniziare a cantare.

Nel corso del concerto abbiamo potuto vedere il viso di Owens solo per pochi minuti, e in generale il cantautore americano ha interloquito pochissimo con il pubblico, tra l’altro parlando in modo così smozzicato da rendere difficile anche la comprensione. E questo potrebbe essere niente.

Il fatto è che anche la performance musicale non ha reso merito alla qualità delle canzoni e alle sue capacità di musicista. Ad eccezione che in alcuni momenti, per il resto l’atteggiamento di Owens, il suo modo di cantare (che a volte risultava quasi canzonatorio, anche se certamente non lo era) e il continuo armeggiare con il microfono, la cassa e gli accordi, hanno reso l’esecuzione frammentaria e soprattutto poco empatica.

Personalmente ho fatto persino fatica a riconoscere in quello che stavo ascoltando alcune canzoni dell’ultimo album, da me amate particolarmente, anche perché spesso il musicista americano ha creato dei medley musicali abbastanza strani (cui si sono aggiunte anche alcune cover suonate e cantate in modo quasi irriconoscibile).

Mi dispiace sempre non esprimere un giudizio positivo su qualcosa o qualcuno, e nel caso di Owens – che ha una storia personale davvero molto difficile – mi dispiace ancora di più. D’altra parte, ritengo che nel suo caso la scelta di cantare 'in solo' sia stata poco azzeccata. Probabilmente un concerto con una band (ricordo che Owens è stato il frontman e il fondatore del gruppo Girls) avrebbe valorizzato sia lui sia le sue canzoni, e invece temo che molte delle persone presenti al Teatro Basilica – soprattutto quelli che non lo conoscevano già – non gli daranno una seconda possibilità.

Io che amo molto la musica dal vivo so che andare a questo tipo di concerti (cioè di cantanti ‘piccoli’ e poco conosciuti) è sempre una scommessa: può essere che dal vivo spacchino (e la loro musica renda molto più che nell’ascolto registrato), oppure che non solo non aggiungano niente, ma anzi facciano passare la voglia di tornare ad ascoltarli. E purtroppo in questo caso è stato così (e vedo che non sono stata l’unica a pensare questa cosa).

Voto: 2,5/5