venerdì 3 dicembre 2021

La persona peggiore del mondo

Il film di Joachim Trier, un regista danese naturalizzato norvegese (che è al terzo film ambientato a Oslo), è una delle cose migliori che vi possa capitare di vedere al cinema negli ultimi tempi. E non solo per la bravura della protagonista (Renate Reinsve, non a caso vincitrice a Cannes per la miglior interpretazione femminile), bensì anche e soprattutto per la sincerità e la varietà densa di contenuti.

La persona peggiore del mondo parla della vita di Julie e lo fa in 12 capitoli più un prologo e un epilogo, con il supporto di una voce femminile narrante che nel prologo riassume le puntate precedenti e poi ricompare nei momenti topici, senza però risultare eccessivamente invadente.

Julie è una quasi trentenne e vive una condizione che possiamo considerare tipica di questa generazione: ha tutta la vita e tutte le possibilità davanti a sé, partecipa di una libertà di scelta e di un’ampiezza di vedute individuale e sociale che sulla carta potrebbero garantirle un percorso verso una vita soddisfacente. E invece Julie sembra non sapere cosa vuole. O forse, sarebbe meglio dire che non si accontenta mai, o meglio ancora che si scontenta facilmente. Fondamentalmente vive con irrequietezza la necessità di scegliere in via più o meno definitiva qualcosa, che porta con sé l'inevitabile corollario di dover rinunciare a qualcos'altro.

Bombardata da mille stimoli e informazioni, consapevole in maniera anche eccessiva di tutto quello che le accade intorno, Julie oscilla tra confusione e decisionismo, tra cinismo e leggerezza, tra indipendenza e narcisismo. Il condizionamento sociale che un tempo segnava la vita degli individui, in modo particolare delle donne, lascia il posto a un non meno faticoso riconoscimento della propria identità, indipendentemente dallo sguardo altrui, e a un frequente autosabotaggio di fronte alla complessità e alla banalità del reale.

Nel mondo della letteratura, questo sguardo generazionale nei confronti della vita è ampiamente rappresentato da un sempre più folto gruppo di scrittori: penso per esempio a Sally Rooney o a Naoise Dolan. Come sa chi legge questo mio blog, è un tipo di approccio che a me quarantottenne un po’ irrita e un po’ suscita compassione.

In questo caso, invece, il film mi conquista favorendo un senso di empatia che funziona sia nei momenti di leggerezza che in quelli drammatici. Questo perché Julie è sì una donna del suo tempo (quello del post-femminismo e del #metoo), ma prima ancora è una persona nel suo farsi e in quel processo di crescita personale e sentimentale che tutt* abbiamo attraversato o attraversiamo più o meno faticosamente, indipendentemente dalla generazione a cui apparteniamo.

Non a caso il film di Trier oscilla tra ispirazioni molto lontane cronologicamente, da Woody Allen alla Greta Gerwig di Frances Ha. In più Trier ha il merito – pur mettendo al centro della narrazione Julie – di non trascurare i comprimari, che si svelano sullo schermo altrettanto vividi e umanamente intensi (penso ad Aksel, il personaggio in cui forse mi sono riconosciuta di più, e anche a Eivind).

A parte il titolo secondo me poco appropriato (ma per il quale non possiamo nemmeno dare la colpa alla distribuzione italiana visto che è la traduzione esatta di quello originale), che - combinato alla locandina - fa pensare a una commedia leggera e divertita, e a parte qualche scelta musicale un po’ troppo banale, il film di Trier non sbaglia quasi un colpo, riuscendo anche nella difficilissima impresa di dribblare tutti i tentativi di incasellamento in un genere: non è propriamente una commedia, né un film drammatico, bensì mescola insieme ironia, leggerezza, commozione, sentimenti, dramma, questioni sociali, realismo e surrealismo onirico o fantastico, riuscendo a risultare sempre credibile.

Un’occasione preziosa per innamorarsi del cinema ancora una volta.

Voto: 4/5


Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!