lunedì 29 novembre 2021

Madres paralelas

Dopo Dolor y gloria, film che avevo amato moltissimo e che mi aveva profondamente riconciliato con Almodovar, ero un po' preoccupata nell'andare a vedere il suo ultimo film, Madres paralelas. Avevo letto di un ritorno di Almodovar a certi stilemi del suo cinema del passato, e dunque temevo un nuovo disamoramento, ma tutto sommato l'esito della visione è stato meno tragico del previsto.

Al centro della narrazione due donne, una più matura, Janis (Penélope Cruz), e una più giovane, Ana (Milena Smit). Le due si incontrano in un ospedale di Madrid dove entrambe sono in procinto di partorire, senza avere accanto alcun uomo. La prima, che fa la fotografa, è incinta di Arturo, un amico antropologo a cui si è rivolta per affidargli il compito di aprire uno scavo presso la fossa comune dove, secondo le voci del paese, sono stati buttati i corpi dei dissidenti durante la guerra civile spagnola; la seconda è stata oggetto di uno stupro di gruppo che insieme alla madre ha deciso di denunciare.

Dopo la nascita delle due bambine, le strade di queste due donne si separano, ma in realtà saranno destinate fatalmente a incontrarsi nuovamente, in maniere imprevedibili e anche sconcertanti rispetto al percorso di vita di ciascuna di loro. Parallelamente, l'iniziativa di Janis e delle persone del suo paese di restituire identità e una degna sepoltura ai corpi gettati nella fossa comune va avanti proprio grazie ad Arturo, e sarà proprio di fronte agli scheletri di questi uomini che si ricomporranno i vari fili della trama almodovariana e i destini individuali dei suoi protagonisti.

Che dire? Penélope Cruz è bravissima e il suo carisma è uno degli elementi di maggior forza del film.

Sul piano estetico e stilistico i film di Almodovar sono sempre impeccabili, una gioia per gli occhi e un tripudio di bellezza.

Per quanto riguarda la narrazione, ritrovo in questo film alcune rigidità negli sviluppi narrativi e nell'evoluzione dei personaggi e delle relazioni, che finiscono per risultati spiazzanti e innaturali, così come faccio un po' fatica a comporre in maniera sensata il piano della storia individuale di Janis e Ana (e delle loro maternità) con quello della storia nazionale (ossia la necessità di ricucire le ferite della guerra restituendo alle persone i tanti morti dimenticati).

C'è sicuramente una questione di rapporto tra le generazioni, e dunque il tema della memoria (Janis deve spiegare alla più giovane Ana il perché di questa necessità di riportare alla luce questi corpi), così come c'è - onnipresente nel cinema di Almodovar - il tema della maternità, desiderata, scomoda, respinta, faticosa, scoperta e riscoperta, che si applica alle donne ma probabilmente anche a una nazione che ancora deve completamente fare pace con i propri figli.

Voto: 3/5

2 commenti:

  1. Assolutamente d'accordo. Abbiamo scritto la recensione quasi in contemporanea e abbiamo scritto più o meno le stesse cose: le due vicende (quella storica e quella personale delle due donne) davvero non stanno insieme, sembrano "appicicate" lì giusto per dare appena un po più di lustro a una storia, per Almodòvar, tutto sommato molto ordinaria.

    https://solaris-film.blogspot.com/2021/11/madres-paralelas.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre molto allineati noi due... Altro che Madres paralelas :-D

      Elimina

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!