mercoledì 13 ottobre 2021

Sardegna luminosa e crepuscolare (II parte)

Sant'Antioco
A questo link la prima parte del racconto di viaggio.

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Sant'Antioco

Di Sant'Antioco abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto. Qualcuno ci dice che non è niente di che, qualcun altro che è troppo turistica, qualcun altro ancora che è molto bella. Insomma, non sappiamo davvero cosa aspettarci. Addirittura troviamo su un blog di viaggi il resoconto di una coppia che avendola visitata poco fuori stagione si lamenta dei ristoranti chiusi e dell'eccesso di tranquillità.

Noi ne usciamo entusiaste e quanto avremmo desiderato una presenza un po' meno massiccia, che ci avrebbe probabilmente consentito di godere appieno della bellezza dell'isola.

Sant'Antioco, Cala della Signora
        Le spiagge

Anche in questo caso adottiamo la strategia di fare un giro per tutta l'isola già il giorno in cui arriviamo per renderci conto delle spiagge, della loro conformazione e del loro grado di affollamento. Decidiamo per esempio che alla spiaggia di Maladroxia non ci andremo, perché c'è davvero troppa gente.

Alla fine le spiagge dove staremo nei giorni sull'isola e che ameremo di più sono le seguenti:

Cala della Signora: si tratta di una delle cale che si trovano sul lato ovest dell'isola, a metà strada circa tra Cala Sapone e Cala Lunga (quest'ultima una specie di fiordo con un arenile molto profondo). Di Cala della Signora ci innamoriamo quando dopo aver parcheggiato con l'idea di andare a Cala Sapone ci inerpichiamo in cima a una collinetta e davanti a noi si apre lo spettacolo di un'insenatura di rocce a picco sul mare e scogli piatti che incorniciano un'acqua verde smeraldo. Capito qual è il punto di accesso alla cala, trascorreremo l'intera giornata lì, anche approfittando di una giornata in cui le nuvole regalano ogni tanto un po' di tregua dal sole e dal caldo. Qui non c'è sabbia, e l'ingresso al mare è dagli scogli (il fondale è costellato di ricci), ma con delle comode scarpette da scoglio non c'è alcun problema ed è pieno di signore di una certa età che fanno il bagno.

Sant'Antioco, Turri
Turri: le calette che si aprono invece dopo Turri (una torre che domina un piccolo promontorio a sud est dell'isola) e prima di capo Sperone le scopriamo il primo giorno, quando percorriamo in macchina la strada litoranea e a un certo punto ci si apre davanti lo spettacolo di un mare dalle mille sfumature di azzurro e spiaggette poco affollate. Durante la nostra permanenza nell'isola torneremo dunque in questa zona e sceglieremo di trascorrere una mattinata nell'ultima delle spiagge che si incontrano dopo Turri, la meno agevole da raggiungere, nonché quella coperta di posidonia. Quando ci arriviamo, la mattina (non prestissimo), sulla spiaggia ci siamo solo noi (a parte alcune barche ormeggiate poco lontano dalla costa). Certo la luce e il caldo non sono di quelli che ci permettono di apprezzare il contesto al massimo grado, ma godiamo della solitudine e di un'acqua pulitissima. Poi qualcuno comincia ad arrivare, ma i metri che ci dividono dagli altri abitanti della spiaggia restano tanti.

Sant'Antioco, Coaquaddus
Coaquaddus: a dire la verità quella dove andiamo noi non è la parte più conosciuta e frequentata della spiaggia (ossia quella il cui ingresso sta di fronte a un grande parcheggio), ma l'estremità più a sud dove la costa si chiude in un'insenatura e dove si arriva o camminando per un po' lungo la spiaggia o scendendo per un piccolo sentiero, cui veniamo inconsapevolmente indirizzati da due locali. La giornata in questa spiaggia sarà la nostra ultima giornata di vacanza e vi assicuro che non ci sono parole per descrivere la bellezza di questo posto e i colori del mare. Quando andiamo via gettare l'ultimo sguardo su questa spiaggia e questo mare è al contempo doloroso e commovente.

Delle altre spiagge che abbiamo visto solo di sfuggita (Maladroxia, Spiaggia Grande, Le Saline) non possiamo dire molto. Sono certamente bellissime, ma ad agosto quasi impraticabili.

        Cosa vedere

Sant'Antioco, Museo etnografico
L'isola di Sant'Antioco pare sia il più antico insediamento della Sardegna e uno dei più grandi e più importanti siti fenici sul territorio italiano, chiamato Sulki. La storia dell'isola è molto affascinante, soprattutto per l'alternarsi di periodi di grande importanza e centralità e altri di sostanziale abbandono.

Le tracce di questa lunga storia sono sparse su tutta la sua superficie e per quanto ci riguarda se avessimo avuto più tempo avremmo voluto fare un salto anche alle tombe dei giganti e al pozzo nuragico.

Dedichiamo però un paio di tardi pomeriggi alla visita della chiesa di Sant'Antioco con le sue catacombe, al museo etnografico, al villaggio ipogeo (le tombe fenicie riutilizzate come case fino agli anni Sessanta), al forte sabaudo de su pisu, all'acropoli della città antica e alla grande necropoli fenicia e poi punica e romana che copre una superficie ampia del Comune di Sant'Antioco e oltre.

Sant'Antioco, Faro mangiabarche
Per chi non è appassionato di archeologia e dintorni, l'isola offre anche altre attrazioni: noi abbiamo apprezzato molto l'arco dei baci a Is Praneddas, cui si arriva dopo una piccola passeggiata e che consente di gettare lo sguardo sulla costa rocciosa occidentale con le sue alte e spettacolari falesie, e il faro mangiabarche, che si trova al largo della costa occidentale, poco prima di arrivare a Calasetta. Al faro siamo tornate due volte, la seconda armate di birra e stuzzichini per goderci un tramonto memorabile, in compagnia (invero lasca) di un certo numero di altre persone. 

Sant'Antioco, ex Semaforo
Un pomeriggio tardo facciamo un'escursione in un posto di cui ho letto e che mi affascina molto, un edificio semidiroccato, collocato su uno dei punti più alti dell'isola, nato come semaforo navale e poi utilizzato come stazione di comunicazione. Costruito nel 1887, fu abbandonato definitivamente nel 1952 e attualmente la struttura esterna è interamente in piedi, mentre all'interno molte mura sono crollate e prevalgono le macerie. Ma - come sa chi ha letto miei altri resoconti di viaggio - a me questi posti abbandonati e un po' diroccati piacciono tantissimo, e non manco mai di trovare l'occasione per andare a fotografarli. In questo caso la luce calda del tramonto contribuisce alla bellezza e alla magia del luogo.

Calasetta pure è molto carino, con le sue strade regolari e le case colorate. Noi lo visitiamo un pomeriggio afoso, in cui le strade sono quasi deserte perché probabilmente sono tutti o in spiaggia o a fare la pennichella.

Sant'Antioco, tramonto su Calasetta
    
    Dove mangiare

Anche in questo caso non possiamo dare molti suggerimenti. Siamo andate a mangiare fuori solo una sera, da Acqua Sale, una pizzeria molto ben recensita che ci dà l'occasione di goderci un bel tramonto su Calasetta e di apprezzare il piccolo borgo di pescatori dove si trova, oltre a farci gustare due ottime pizze (che però a S. risultano un po' pesanti).

Per il resto compriamo e prepariamo in autonomia le nostre cene, anche perché in alcuni posti è quasi impossibile prenotare. Mangiamo una strepitosa fregola con le arselle, poi un'altra sera un ottimo polpo con patate e olive, e persino un fantastico filetto alla brace di fassona sarda. 

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Isola di San Pietro, Carloforte
Isola di San Pietro

Dell'isola di San Pietro, che molti chiamano Carloforte, dal nome dell'unico comune dell'isola, ci hanno tutti parlato benissimo e molti ci hanno caldamente consigliato di fermarci più di un giorno.

Noi decidiamo però di andare e tornare in giornata, prendendo il traghetto che parte da Calasetta e arriva a Carloforte in circa mezz'ora. Prendiamo (e facciamo benissimo) il primo traghetto della mattina (alle 7.35) e questo ci dà la possibilità di godere di una splendida alba sul porto, resa più scintillante da un cielo in parte nuvoloso.

Arrivate a Carloforte facciamo colazione dal bar Cipollina, dove io faccio il bis del bombolone (troppo piccolo per esserne soddisfatta). Facciamo una bella passeggiata per il paese dove intorno a noi tutti parlano con accento ligure, cosa che sapevamo ma ci destabilizza e meraviglia comunque. Saliamo ai resti del forte, giriamo in lungo e in largo le stradine e poi facciamo un giro al mercato, che capiamo essere gettonatissimo tanto che c'è gente che prende apposta il traghetto da Sant'Antioco o da Portovesme.

Isola di San Pietro, Cala Fico
Le cose memorabili di Carloforte per noi sono:

- Cala Fico (dove si trova l'oasi della Lipu), un fiordo incastonato tra le rocce, dove seguiamo il sentiero che ci porta in cima alla scogliera e ci permette di ammirare un paesaggio strepitoso; 

- Capo Sandalo, a nord ovest dell'isola, dove un faro domina l'alta scogliera che si apre sul mare aperto;

- le casette bianche dell'interno dell'isola, tutte costruite con un lato piatto e quasi senza finestre, che è quello che si oppone al maestrale e che protegge i patii che si aprono sull'altro lato;

Isola di San Pietro, Capo Sandalo
- la spiaggia del Girin, non tanto perché sia la più bella dell'isola ma perché dove aver deciso di fermarci qui ad un'estremità poco affollata, nel giro di mezz'ora arrivano tipo 30 signore che attendono la loro insegnante per fare acqua gym in mare. S. che si è addormentata sulla spiaggia quando ancora non c'era nessuno si risveglia che è circondata da signore vocianti e motivatissime.

Peccato invece per i molti orrori edilizi che punteggiano l'isola soprattutto in prossimità di alcuni luoghi molto belli: ce n'è uno in prossimità della Caletta, l'unica spiaggia di sabbia del lato ovest, e uno persino a Cala Fico, edificio che tra l'altro quando siamo andate noi sembrava in fase di ristrutturazione e che io avrei preferito fosse abbattuto per non rovinare la meraviglia di questo posto la cui bellezza è legata alla sua anima selvaggia.

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Isola di Sant'Antioco
Per finire

Anche questa volta la Sardegna ci è entrata nel cuore, per le tante cose che ha da offrire, anche al di là dei posti più famosi e rinomati. A noi piace la Sardegna dei sardi, anche se mi rendo conto che per loro siamo turisti scocciatori come gli altri, e che ci sopportano solo perché il turismo è una risorsa fondamentale per l'isola. Spero di poter dire che la nostra vacanza di quest'anno, trascorsa a fuggire da posti troppo affollati e turistici e a cercare angoli apparentemente meno belli e rinomati ma ricchi di altrettanto fascino, ci abbia consentito di essere un po' più vicine allo spirito di questa terra bellissima. Il fatto poi che S. dimentichi il suo smartphone in aeroporto prima di partire e lo lasci di nuovo all'autonoleggio al ritorno dopo la consegna della macchina la dice lunga sul nostro desiderio di tagliare i ponti con tutto (non preoccupatevi però: entrambe le volte il telefono è stato recuperato!).

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Chi volesse un racconto fotografico completo di questo viaggio lo troverà a questo link su Behance.

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