venerdì 22 marzo 2019

L'aria del tempo / Massimo Sestini. WeGIL, 10 marzo 2019

Nell'ultimo giorno utile riesco finalmente a fare una scappata a vedere la mostra di Massimo Sestini L'aria del tempo, al palazzo WeGIL di Trastevere.

Si tratta di una mostra tutto sommato piccola e senza troppi fronzoli, come è abbastanza tipico delle mostre organizzate in questo spazio, ma dal sicuro impatto visivo ed emotivo.

Massimo Sestini è un fotoreporter italiano, classe 1963, che ha lavorato per numerose testate giornalistiche fin dagli anni Ottanta, accaparrandosi molti scoop (come la cattura di Licio Gelli e il bikini di Lady D).
La mostra L'aria del tempo (che è diventata anche un libro per la casa editrice Contrasto) dimostra che Sestini - oltre ai lavori su commissione e all'attività da fotoreporter - ha anche una sua specificità e coerenza fotografica, che conferisce ai suoi lavori un valore artistico al di là e al di sopra di quello cronachistico.

In questa raccolta di foto Sestini ci mostra il mondo dall'alto, raccontandolo attraverso una visione zenitale che trasforma scene di vita quotidiana, luoghi e vicende di cronaca in visioni astratte e pattern capaci di attirare l'attenzione e di condurre al significato profondo nascosto nella ripetizione del segno.

Così si va dalla spiaggia di Ostia il giorno di ferragosto all'ILVA di Taranto, dalla raccolta dei pomodori in Puglia alla gara di sci, dai funerali di Giovanni Paolo II alla Costa Concordia rovesciata in mare, dalla spiaggia punteggiata di ombrelloni chiusi tranne uno (una delle mie preferite!) al barcone dei migranti al largo di Lampedusa (la foto con cui ha vinto il 2° premio al World Press Photo 2015 nella sezione "Foto singole").

La visita della mostra è dunque una passeggiata attraverso la storia recente del nostro paese e i fatti che l'hanno caratterizzato - con tutte le amare riflessioni che essi portano con sé - ma anche l'occasione di una meraviglia visiva che cattura lo sguardo e rimane impressa sulla retina.

La mostra propone due soli pannelli esplicativi che presentano il lavoro di Sestini e la selezione di questa mostra, e semplici didascalie a corredo delle foto; ma va detto che probabilmente le foto di Sestini non hanno bisogno di molte spiegazioni, perché arrivano - con la sola forza dell'immagine - esattamente dove vogliono arrivare.

Oggi forse l'utilizzo dei droni rende la realizzazione di foto di questo genere più comune e in parte più scontata, ma forse meno affascinante, se si pensa che invece Sestini ha volato con tutti i mezzi possibili e spesso anche non autorizzato per realizzare queste immagini, dimostrando una passione e una creatività notevoli.

Una bella scoperta.

Voto: 3,5/5

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