lunedì 26 novembre 2018

Toute première fois

Una programmazione da tenere d'occhio sulla piazza cinematografica romana è quella dell'Institut Français Centre Saint Louis, che nel suo auditorium propone una selezione di film francesi in lingua originale sottotitolati in italiano. Si tratta in parte di film che finiscono doppiati nel circuito cinematografico normale (ma che può valer la pena di vedere in lingua originale e a minor prezzo qui), in parte di film che non vedranno mai la luce nei nostri cinema, per i quali dunque questa rappresenta l'unica (o quasi) occasione di vederli sul grande schermo.

Il film visto l'altra sera appartiene alla seconda categoria.

Toute première fois (La prima volta) è una commedia molto divertente che affronta il tema dell'omosessualità in una prospettiva rovesciata che non solo si presta a una trattazione ironica, ma che permette di riflettere su molte cose: innanzitutto su quanta strada si è fatta su questo fronte, in secondo luogo sul fatto che non bisogna mai abbassare la guardia, perché un'integrazione che passa per una categorizzazione e una normalizzazione può essere altrettanto vincolante e opprimente.

Il film racconta - con tono leggero e divertito - la storia di Jeremie (Pio Marmaï), un ragazzo di 34 anni che convive con il suo compagno. La sua omosessualità è aperta e accettata da tutti; addirittura i suoi genitori hanno una spiccata preferenza per lui e il suo compagno che per la figlia sposata con un uomo e in attesa di un figlio, cui viene continuamente rinfacciato di essere troppo borghese. Jeremie, ormai alle soglie del matrimonio, si sveglia una mattina nel letto di una donna, una ragazza svedese incontrata a una festa. Questo episodio è destinato a sconvolgergli la vita, perché a poco a poco Jeremie si accorge - contro ogni previsione e in modo del tutto sorprendente per sé stesso e per i suoi amici, tra cui Charles, un adorabile playboy impenitente - di essersi innamorato di Adna (Adrianna Gradziel) e di voler imprimere una svolta alla sua vita. Prima però finirà sommerso da un castello di carta di bugie che gli allontaneranno sia il compagno Antoine che la stessa Adna. Jeremie dovrà trovare il coraggio di fare quello che il cognato definisce un coming out al contrario per essere fedele a quello che sente.

Il film dei registi Maxime Govare e Noémie Saglio è un concentrato di gag e di humour che però - a differenza di tante commedie di casa nostra - non sono mai triviali e fini a sé stessi, ma al servizio di un modo diverso di riflettere sulle contraddizioni della società e la complessità di ciascuno di noi.

La cinematografia è piena di storie perfettamente speculari a questa (donne o uomini etero che a un certo punto della vita si innamorano di una persona del loro stesso sesso e decidono di sfidare le convenzioni per inseguire la propria felicità). Toute première fois ci dice che la realtà è sempre più complessa e meno tranquillizzante di quello che immaginiamo: la nostra sessualità non è un'etichetta con cui siamo marcati a sangue, né una gabbia in cui essere rinchiusi.

Alla fine la grande conquista di una società dovrebbe essere che ciascuno possa amare chi vuole ed essere sempre libero di cambiare idea se questo lo rende più felice o lo fa sentire più a suo agio con sé stesso.

Voto: 3,5/5

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