giovedì 31 maggio 2018

Una gita fuori porta: Sermoneta, il giardino di Ninfa e l'abbazia di Valvisciolo

Sono ormai 15 anni che vivo a Roma e sono almeno altrettanti anni che sento parlare delle meraviglie del giardino di Ninfa. Non era però mai arrivata l’occasione giusta per andarci, anche perché il giardino non è aperto tutto l’anno e anche nei periodi in cui è aperto bisogna prenotarsi per tempo, per non rischiare di trovare il tutto esaurito nella data prescelta.

Quest’anno, però, con l’adattamento progressivo al contesto e anche grazie al supporto di F., riesco finalmente a organizzare la gita fuori porta attesa da tempo.

Il programma della giornata prevede prima una visita alla cittadina di Sermoneta e al suo castello, che si trovano a soli 15 minuti da Ninfa e facevano sempre parte dei possedimenti dei Caetani, e poi quella al giardino di Ninfa dove abbiamo prenotato per il turno delle 15.

Da Roma ci vuole circa un’ora e mezza per arrivare a Sermoneta con la nostra Pandina del car sharing. Una volta lì puntiamo direttamente al castello, attraversando la strada principale del centro storico del paese, perché F. ha letto che l’ultimo ingresso utile per la visita guidata è a mezzogiorno.

Appena arriviamo effettivamente si sta formando un gruppo per la visita, cui prontamente ci aggreghiamo. Il castello è imponente e la visita ci consente di ammirarlo in tutta la sua complessità e bellezza. Come per la maggior parte dei castelli, la sua proprietà è cambiata nel corso del tempo (prima gli Annibaldi, poi i Caetani, quindi i Borgia, e infine nuovamente i Caetani) e ogni famiglia che è entrata in possesso di questa proprietà ha apportato le sue migliorie e fatto costruire corpi di fabbrica nuovi.

Il risultato – considerato anche l’ambiente naturale e architettonico nel quale si colloca – è molto affascinante. La visita guidata ci consente di visitare quasi tutti gli spazi interni, nonché le scuderie e le cucine; inoltre, passeggiamo sul camminamento delle mura di cinta e attraversiamo un passaggio segreto interno alle mura che ci consente di uscire al primo ponte levatoio dove la nostra visita finisce.

Dopo la visita è il momento di pranzo, e per non perdere troppo tempo decidiamo di prendere un panino con la porchetta (o con il prosciutto, ricordiamo che questa è la zona di Bassiano!) che andiamo a mangiare nel giardino degli aranci, che ci viene consigliato dalla ragazza della norcineria.

A questo punto siamo pronte a perderci per le strade del centro storico di Sermoneta, un borgo medievale che sembra davvero essere rimasto sospeso nel tempo (a parte la presenza delle automobili!). C’è un signore per strada che restaura mobili antichi e una vecchina alla finestra che si nasconde dietro le piante, forse per non essere fotografata.

Vorremmo prendere un gelato prima di andar via ma qualche goccia di pioggia ci convince a tornare in macchina. Mentre andiamo verso il giardino di Ninfa viene giù il diluvio universale (una specie di pioggia torrenziale di tipo subtropicale, come è ormai sempre più frequente nel nostro paese) e dobbiamo fermarci nel parcheggio del giardino, sperando che smetta di piovere prima che arrivi il nostro orario della visita.

La fortuna ci assiste e così eccoci in fila per l’ingresso ai giardini. Abbiamo una guida simpatica e preparata che rende la visita di un posto già di per sé meraviglioso ancora più affascinante. Scopriamo – grazie alla nostra guida – che Ninfa non nasce come un giardino, bensì era una importante città medievale, punto di transito di merci e persone, sempre di proprietà dei Caetani, come Sermoneta. Quindi quelli che vedremo nella nostra passeggiata all’interno del giardino sono i resti della città medievale, case, chiese, edifici e piazze. Il tutto in un contesto naturalistico di eccezione, un mix di stili di giardino (primo fra tutti lo stile romantico) che è stato ammirato fin dai tempi antichi e negli ultimi anni è stato più volte nominato dal "New York Times" come uno dei giardini più belli del mondo.

La cosa straordinaria di questo luogo - che è difficile esprimere a parole e di cui si può avere solo una vaga idea attraverso le fotografie - è che durante il percorso è possibile ammirare fiori e piante di tutti i tipi (dalle più comuni alle più rare), ma anche scorci affascinanti, fiumi e cascatelle, nonché resti archeologici di un passato che oggi sembra inimmaginabile.

Al termine della visita al giardino chi vuole – e noi vogliamo – può concludere il percorso facendo un giro al cosiddetto Hortus conclusus, un annesso del giardino di Ninfa in cui prevalgono gli alberi di agrumi e dove abita una famiglia di cigni con i loro anatroccoli. Nella vasca di fronte a quella dei cigni abbiamo anche la possibilità di fare la conoscenza di un’oca selvatica che durante la migrazione si è staccata dal gruppo e pare per il momento aver trovato una sua casa (probabilmente provvisoria) in questo luogo.

All’uscita dal giardino di Ninfa decidiamo – come ci è stato suggerito dalla guida – di andare a fare una visita anche all’Abbazia di Valvisciolo, un’abbazia cistercense con un bellissimo chiostro molto ben conservato.

Soddisfatte torniamo verso Roma e, nonostante un lungo rallentamento sulla via Pontina, dopo tanta bellezza riusciamo anche a sopportare il traffico che ci accoglie al rientro nella città.

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