domenica 22 ottobre 2017

Rachel Sermanni (+ Tess). Teatro Parioli, 14 ottobre 2017

Quello con Rachel Sermanni è ormai diventato una specie di appuntamento fisso, che si ripete più o meno ogni due anni. Tutto iniziò nel 2013 al Circolo Ricreativo Caracciolo (che fine avrà fatto?), per poi proseguire nel 2015 al Quirinetta, e rinnovarsi ancora quest’anno al Teatro Parioli.

Rachel evidentemente ama le location un po’ raccolte e particolari. Disdegna i palchi più battuti della scena musicale romana e preferisce rassegne minori e palchi più raccolti perché ama molto entrare in connessione con le persone.

Io non posso mancare e convinco a venire con me anche F. (che poi mi ringrazierà, così com’era accaduto nel 2013 con D.).

Il Teatro Parioli per l’occasione ha assunto un aspetto particolare. Tutte le sedie sono state tolte per lasciare posto a tavolini e pouf che accoglieranno i partecipanti al concerto, molti dei quali si siederanno anche per terra (come il gruppetto in prima fila che Rachel chiamerà i vocal people).

Prima della Sermanni sul palco si esibisce Tess, un’americana che si è trasferita a vivere in Italia e qui ha trovato la sua dimensione (come leggo da qualche parte su Internet). Tess infatti parla italiano abbastanza bene ed è accompagnata da musicisti tutti italiani, due uomini e due donne, rispettivamente gli uomini alla chitarra e al violino, le donne alla viola e al violoncello.

C’è dunque molto di italiano nella sua esibizione, sebbene poi Tess riveli nel suo aspetto (etereo direi quasi, come il suo vestito…) e nelle sue canzoni la sua anima americana, o forse meglio sarebbe dire angloamericana.


Il suo opening ci predispone molto favorevolmente: Tess ha una bella voce e gli arrangiamenti del terzetto d’archi e dell’arpeggio alla chitarra sono molto interessanti, anche quando gli strumenti vengono usati come sostituti delle percussioni.

Alla fine della sua esibizione, silenziosa come un elfo nel bosco, ecco comparire sul palco Rachel, con una tuta larga e – come al solito – senza scarpe. Nella prima canzone imbraccia uno strumento che sembra un piccolo liuto e che suona quasi come un ukulele, poi arriva la sua fedele chitarrona, con cui Rachel si esibisce in tenere e potenti danze musicali.

Dopo qualche canzone eseguita in solitudine sul palco arriva anche Jennifer Austin alle tastiere, l’amica con cui Rachel collabora già da tempo e cui ha dedicato anche una canzone, Jen’s song, che non manca di eseguire.

Durante il concerto Rachel spazia attraverso l’intero suo repertorio attingendo ai suoi lavori, Under mountains, Tied to the moon e anche il piccolo album Gently. Come già nel concerto di due anni fa, ci regala però anche una versione acustica (e condivisa con il pubblico) di Dream a little dream of me, e nel tris (!) che il pubblico chiede rumoreggiando ci suona – sempre insieme a Jennifer – una canzone di Johnny Cash.

Dopo questa canzone ci augura la buonanotte, perché domani si torna in Scozia, per essere precisi nelle bellissime Highlands da cui Rachel proviene.

All’uscita c’è il solito banchetto coi CD, dove c’è già Tess con i suoi musicisti e dove presto arrivano anche Rachel e Jennifer. Io non posso non fare la mia solita scenetta: le chiedo se possiamo fare una foto insieme visto che sono stata praticamente a tutti i suoi concerti a Roma.

Chiedo a F. di fare la foto con la mia macchina fotografica ma lei non riesce e così Rachel chiama Jennifer – che intanto sta mangiando una banana ( :-D ) – la quale arriva e ci fa un piccolo servizio fotografico!

Come al solito esco dal suo concerto felice e in pace col mondo, consapevole di aver ascoltato due ore di ottima musica, esaltata dall’esecuzione dal vivo e dalle qualità di Rachel, e mentre la saluto ci diciamo che a questo punto ci aspettiamo reciprocamente per il prossimo concerto romano.

Grazie Rachel di questa bella serata.

Voto: 4/5

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